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Le regole della "Costituente" allarmano Latorre e Marini.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
«Le ipotesi di regolamento dell'assemblea costituente del 28, se confermate, denoterebbro uno svuotamento di significato dell'assise stessa, nata proprio per evitare la monopolizzazione da parte dei partiti. Ma evidentemente non è così»: a parlare è proprio uno dei "professori", Giovanni Latorre, che l'assemblea dei grandi elettori aveva voluto e accolto con entusiasmo. La proposta di composizione dell'assemblea che il prossimo 28 novembre dovrà scegliere il candidato alla presidenza della Regione del centrosinistra registra già i primi, pesanti dissensi.
Due dei papabili, il senatore Cesare Marini e, appunto, il rettore dell'Unical Giovanni Latorre, hanno definito senza mezzi termini questa bozza di regolamento un'autentica presa in giro.
Secondo questa proposta, in sostanza, sarebbero ancora i partiti, che finora non sono riusciti a trovare una soluzione al problema, a operare le scelte che contano.
Le prime reazioni sono state consegnate, a caldo, ai cronisti e a semplici cittadini, durante una iniziativa che Progetto Calabrie, il cosiddetto movimento dei professori, ha tenuto ieri pomeriggio ad Acri.
Marini ha chiaramente detto che «stando così le cose non avrete nessuna possibilità di incidere sulle decisioni». Per Latorre, che tra l'altro in un sondaggio pubblicato ieri dal nostro giornale risulterebbe al momento uno dei nomi "vincenti", «l'iniziativa dell'assemblea l'abbiamo appoggiata perché, a questo punto, non vi erano altre possibilità di coinvolgimento di associazioni e movimenti. Ma se le cose stanno così, è tutto inutile». Il convegno, significativamente intitolato "Una costituente programmatica del centrosinistra", aveva il compito di presentare anche nel centro presilano la proposta di Progetto Calabrie.
E' ovvio che lo sfogo di Marini e Latorre a quel punto ha catalizzato l'attenzione di oratori e platea.
La reazione del senatore dello Sdi e quella del rettore dell'Università della Calabria, non potranno non avere ripercussioni. Anche perché, hanno spiegato, «se si persevera in un atteggiamento di chiusura, noi non ci staremo».
Secondo lo schema di cui ha parlato Marini, il 40% dell'assemblea dei grandi elettori sarebbe indicata direttamente dai partiti, il 30% sarebbe costituita dagli eletti nelle istituzioni degli stessi partiti, e il restante 30%, previa decisione di un comitato di saggi, non estraneo ai partiti, sarebbe riconducibile alle associazioni e ai movimenti. Chiaro il commento, a margine, del rettore Unical: «Così, tutto il centrosinistra farebbe un nettissimo passo indietro, con conseguenze inevitabilmente negative».

PUBBLICATO 13/11/2004

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