La SS 660.
Piero Cirino
Quest'ultimo interessa anche un tratto della Ss 660, l'arteria con la quale gli acresi raggiungono Cosenza e l'autostrada. E' stata diffusa nei giorni scorsi, con una certa enfasi, la notizia della presentazione, alla quarantunesima edizione della SMAU di Milano, delle sofisticate tecnologie di controllo del movimento franoso. Con i medesimi toni, l'ABR ( Autorità di Bacino Regionale) definiva prive di fondamento le notizie di apprensione diffuse da taluni organi di informazione circa il movimento franoso. La precisazione dell'Autorità di Bacino Regionale è sembrata a molti fuori luogo. Infatti le preoccupazioni non riguardano il sistema di monitoraggio, che così come i tecnici assicurano, è in grado di registrare anche il più piccolo movimento, ma la frana stessa. Ciò che si contesta agli amministratori è la decisione di spendere circa 35 milioni di euro per costruire un percorso alternativo alla SS660, disinteressandosi completamente della frana plurisecolare. Nessuno sa quanto occorrerebbe per bonificare, dal punto di vista idrogeologico, l'intera zona. Probabilmente meno di 35milioni di euro. In ogni caso, anche se dovessero essere di più, mettere mano al movimento franoso è senz'altro più urgente della costruzione di una strada che non risolve affatto il problema. Nel 1999 l'ANAS, a causa del preoccupante peggioramento della frana, dispose, per diversi mesi, la chiusura della SS660, facendo sprofondare Acri in un pericoloso isolamento. La paura che si possa ripetere un evento simile ha fatalmente portato a spostare il problema solo sull'importante arteria. La frana intanto contai a far vedere gli effetti del movimento anche sul versante prospiciente Serra di Buda: l'antico rione di Padia. Atteso che il sistema di monitoraggio sia da considerarsi all'avanguardia e di sicura efficienza, chi si sta preoccupando della frana? Sta tutta qui la questione. Se si riuscisse a intervenire in maniera efficace sul movimento franoso, sarebbe perfettamente inutile costruire una nuova strada, perchè quella che c'è già potrebbe continuare a essere la via più diretta di collegamenti con Cosenza. E' evidente che una strada ha una cassa risonanza, e quindi un tornaconto politico, maggiori rispetto alla bonifica dei due versanti di Serra di Buda e Padia. |
PUBBLICATO 9/11/2004
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