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660 e sviluppo.

Giovanni Donato
Foto © Acri In Rete
Al termine della campagna elettorale per l' elezioni provinciali ed europee nei poli gli animi credo saranno più miti per accettare critiche e per poter avviare un dibattito nell'Ulivo - la coalizione che mi sta a cuore - che individui le linee guida per la prossima tornata elettorale comunale ad Acri.
I guasti del governo Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti. Un aumento della pressione fiscale, la precarizzazione del lavoro, la messa in discussione di diritti dello stato sociale quali le pensioni, la scuola e la sanità. L'attacco all'indipendenza della magistratura e il totale controllo dell'informazione televisiva. Si è realizzato in questi tre anni una modifica della Costituzione Italiana spostando il baricentro, di quella che i costituzionalisti chiamano costituzione materiale, dalla società all'individuo.
Uno dei temi della prossima campagna elettorale comunale e regionale sarà il tema del rapporto tra territorio e rappresentanza parlamentare o regionale. Un argomento che divide gli schieramenti ad Acri in modo trasversale.
Si dice : che cosa fanno i nostri rappresentanti per far avanzare il nostro comune. Quali impegni hanno preso in questi anni e quale opera hanno fatto finanziare. Il metodo di valutazione del l'esperienza parlamentare non viene fatta sull'operato del governo Berlusconi se in questi anni ha aumentato la pressione fiscale al lavoratore dipendente , se attacca i diritti previdenziali, se riduce o elimina le prestazioni sanitarie o li condiziona al pagamento di ticket. No. La valutazione avviene su quante opere pubbliche sono state costruite nel territorio - es.una Palestra - se poi sono utile o meno allo sviluppo di un territorio questo non interessa a nessuno.
Ma l'amara considerazione è che al termine spesso ci ritroviamo quelle che il filosofo Lathuce chiama : le macerie dello sviluppo. Opere incompiute o inutili ai fini della crescita di una comunità.
Ed allora diciamo con chiarezza alcune cose. Per Acri hanno contribuito di più i parlamentari che hanno votato le leggi dei governi di centro sinistra che hanno trovato le risorse per la legge 488, i finanziamenti dei patti territoriali come quello cosentino - di cui hanno usufruito molti imprenditori acresi - e delle altre leggi tra le quali il pacchetto Treu o il prestito d'onore.
Queste leggi hanno fatto nascere moltissime iniziative imprenditoriali ad Acri creando mobilità sociale, nuova occupazione tra cui anche i lavoratori lsu e lpu che oggi meritano una stabilizzazione e il riconoscimento dei diritti contrattuali. Il governo di centro - sinistra attuando la politica della concertazione con le parti sociali ha lavorato, negli anni in cui ha governato, a creare la struttura economica di un territorio per la realizzazione di uno sviluppo endogeno ed eco - compatibile. Fu abbandonata la vecchia logica degli investimenti calati dall'alto attraverso l'intervento straordinario che ha prodotto sperpero di denaro pubblico e la costruzioni di cattedrali nel deserto.
Ritengo che occorra modificare il metodo di valutazione delle esperienze politiche non più fondandole su criteri quantitativi - quanti soldi sono arrivati, quale opere si sono costruite - ma qualitativi - il tenore di vita è migliorato, la sanità è migliorata, il lavoro ad Acri è aumentato, la scuola pubblica consente una crescita culturale e una mobilità sociale tra le classi.
Sono questa le domande che un elettore dovrà farsi nel momento in cui sarà chiamato ad esprimersi alle prossime elezioni comunali e regionali.
Su questi temi l'elettore si interrogherà e su questi argomenti attuerà una selezione della classe dirigente e non su ipotetiche strade che richiedono tempi lunghi nelle sue realizzazioni se mai inizieranno.
Acri sta morendo e sta perdendo, ogni giorno che passa, una centralità che aveva conquistato in passato con le lotte operaie. Sono necessari interventi nel breve periodo che diano fiato all'economia, blocchi il nuovo fenomeno dell'emigrazione operaia ed intellettuale, si lavori per un'alleanza con i comuni limitrofi.
Il rischio di crisi irreversibile è forte se non imbocchiamo subito la via dello sviluppo qualitativo, rurale ed eco - compatibile che valorizzi il capitale che già possediamo: il territorio e le risorse umane.
Il rischio è che Acri diventi un cittadina dove d'estate per pochi giorni gli amici si ritrovano al bar a raccontarsi che fanno negli altri mesi mentre sono al lavoro a Cosenza a Parma o sul Lago di Garda o per i militanti di sinistra a discettare chi tra i soggetti che duellano dall'agosto 1999 sia meglio sostenere nella candidatura a sindaco. Ma il centro sinistra riuscirà ad uscire dalle dispute nominalistiche e a darsi una strategia politica, culturale ed economica per le prossime elezioni comunali?

PUBBLICATO 9/9/2004

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