"Totonno", almeno per il momento, dovrà rimanere in carcere. C'è molta delusione tra gli amici e i conoscenti di Salvatore Abbruzzese per le decisioni del Tribunale della Libertà, rese note ieri mattina. Il Tribunale del Riesame, presieduto da Caterina Chiaravalloti, a latere Teresa Barillaro e Giovanni Garofalo, infatti hanno respinto l'istanza di revoca della custodia cautelare, in subordine gli arresti domiciliari, degli avvocati difensori del cinquantottenne operaio di Acri. C'era un moderato ottimismo circa la possibilità che "Totonno" potesse ritornare ad Acri dopo poco più di un mese trascorso dietro le sbarre. Lo speravano gli avvocati Walter Manes, Cosmo Cerenzia e Pierluigi Pugliese, ci speravano anche i promotori del comitato spontaneo, sorto a favore di Abbruzzese, e i circa cinquecento cittadini che hanno firmato la petizione consegnata venerdì scorso ai giudici del Tribunale della Libertà. Per ora, in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini in corso, "Totonno" rimane ospite del penitenziario di Castrovillari. E' accusato di sequestro e violenza nei confronti di una ragazza diciottenne albanese, che, per lo stesso reato, poco più di un anno fa aveva accusato sette connazionali. A questo punto non rimane che attendere le motivazioni della sentenza, che dovrebbero essere depositate entro un paio di settimane, per impostare le prossime mosse e la strategia difensiva. Bisognerà inoltre attendere l'esito degli esami eseguiti dal Ris su quanto sequestrato nell'appartamento di Salvatore Abbruzzese. Al di là della decisione resa nota ieri mattina, le indagini investigative degli avvocati difensori vanno avanti per come previsto nelle scorse settimane. Vi sarebbero degli elementi interessanti, tra i quali testimonianze e telefonate di quella sera, che metterebbero in forte dubbio la denuncia presentata dalla ragazza. In base a queste nuove risultanze, quei tagli presenti sul suo corpo, che secondo la sua versione sarebbero stati praticati da Abbruzzese, sarebbero stati fatti prima che lei raggiungesse la casa di via Julia. Se gli avvocati riuscissero a provarlo, crollerebbe l'intera denuncia della ragazza. Anche la pizza che i Carabinieri di Acri quella sera hanno trovato nell'abitazione potrebbe scagionare "Totonno". Egli l'avrebbe acquistata in una pizzeria poco distante da casa, proprio per quella ragazza che, secondo la versione del presunto violentatore, pochi minuti prima aveva bussato alla sua porta. Vi è anche una telefonata, che "Totonno" ha fatto al pronto soccorso dell'ospedale di Acri, per prestare le cure necessarie per quei tagli sull'addome e sulle cosce della ragazza, e che potrebbe risultare decisiva. Tutto questo gli avvocati difensori lo hanno spiegato ai giudici del Tribunale della Libertà. Tuttavia, almeno per il momento, non è servito a nulla. Non è servito per ottenere la scarcerazione o gli arresti domiciliari, ma non è detto che non sia utile in seguito. La decisione dei giudici del Riesame potrebbe essere interpretata come una sorta di valutazione di garanzia, in attesa che le indagini in corso forniscano elementi di chiarezza circa i fatti di quel maledetto 3 agosto. Vi sono due persone in attesa di un giudizio e un'intera comunità che aspetta di sapere quale delle due è vittima, e chi è il carnefice.