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Un comitato per difendere il presunto violentatore.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
A distanza di una settimana dal presunto stupro perpetrato ai danni di una diciottenne albanese, ad Acri si accenna a qualche reazione.
Vi è un gruppo di amici e semplici conoscenti che si sta organizzando in un comitato spontaneo, per far sentire la propria solidarietà e il sostegno, anche pratico, a Salvatore Abbruzzese, il presunto violentatore.
"Totonno", per come è conosciuto ad Acri, è distante anni luce dall'immagine di "mostro" che gli è stata cucita addosso.
Questo non significa che sia innocente a prescindere. Significa semplicemente che c'è un gruppo di persone che vuol mettere "Totonno" nelle condizioni di potersi difendere al meglio.
Il nascituro comitato gli darà anche l'obiettivo di fare in modo che si crei all'esterno un'immagine "garantista" della vicenda.
In casi come questo è fin troppo semplice, prima di un pronunciamento del Tribunale, emettere sentenze sommarie di condanna.
Sul fronte più squisitamente legale, i difensori di fiducia di Abbruzzese, Cosmo Cerenzia e Walter Manes, hanno avuto modo di incontrare il loro assistito nel carcere di via Popilia, a Cosenza. "Totonno" nega decisamente gli addebiti, per tutte le accuse che gli vengono rivolte, dalla violenza al sequestro di persona. La sua versione dei fatti, secondo Manes e Cerenzia, è "coerente e credibile".
Gli avvocati difensori non lasciano trapelare nulla, per non pregiudicare la posizione di Abbruzzese, ma si dicono convinti di potere "smontare una versione palesemente contraddittoria".
Si attende, nel frattempo, la notifica della convalida dell'arresto, per far partire il ricorso, già pronto, al Tribunale del Riesame.
"Totonno" nei prossimi giorni dovrebbe essere trasferito nel carcere di Castrovillari. Nella sua ricostruzione dei fatti di quella maledetta sera di martedì tre agosto, ha convinto i suoi avvocati, fornendo anche dei riscontri e la possibilità di verificare che quanto affermato corrisponda a verità.
Come sempre accade in queste circostanze, intanto la città si è divisa, prevedibilmente, fra innocentisti e colpevolisti.
E' uno sport assai delicato, considerato che si gioca sulla pelle di due persone: una che avrebbe subito violenza e l'altra che l'avrebbe inflitta.


PUBBLICATO 11/8/2004

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