Nole’: Beato Greco un dono per la nostra terra. Sara’ ricordato ogni 13 gennaio
Roberto Saporito
“Accogliendo le suppliche di Francesco Nolè, Arcivescovo della diocesi Cosenza e Bisignano, dei fedeli, delle suore piccole operai dei sacri cuori e dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, concediamo che il Venerabile Servo di Dio, Francesco Maria Greco, d’ora in poi sia chiamato Beato.” Sono da poco passate le 16,30 quando il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nonché delegato del Papa, pronuncia queste parole accompagnate da applausi e commozione.
In diecimila sono accorsi allo stadio San Vito-Marulla per partecipare alla cerimonia di Beatificazione di Don Francesco Maria Greco, nato e morto ad Acri rispettivamente nel 1887 e 1931. La struttura sportiva è piena già alle 15, quindi alle 16,15 il via alla cerimonia religiosa. Dopo duecento anni la cittadina silana ha un secondo Beato dopo il Beato Angelo. In tribuna e sul prato verde, famiglie al completo, le suore piccole operarie provenienti da ogni angolo d’Italia, sacerdoti, vescovi, diaconi, autorità civili e religiose, tra cui la madre superiora delle suore piccole operaie, suor Alma Franco, l’istituto di Acri al completo e la reggente suor Lina d’Acri, il Prefetto di Cosenza, Tomao, il sindaco di Acri, Tenuta, l’ex di Cosenza, Occhiuto e tantissime associazioni. Impeccabile l’organizzazione diretta da Don Enzo Gabrieli. Ordine ed assistenza garantiti da circa 500 volontari e personale medico all’interno dello stadio, mentre all’esterno, poliziotti e polizia municipale, vigilano perché tutto fili liscio. Alla fine, un plauso anche a loro. Una cerimonia commovente, durata due ore esatte, a tratti cantata in latino e arbresche, presieduta dal Cardinale Amato e dall’Arcivescovo, Nolè che tutti hanno potuto seguire grazie al libretto consegnato insieme ad alcuni gadget. Ed è proprio Nolè che, durante l’omelia, sottolinea le virtù di Don Greco; “il Beato Greco è un dono per la nostra terra, è il primo sacerdote canonico di questa Diocesi, un umile, un buono, al servizio dei più deboli e bisognosi. La Chiesa ha bisogno di gente come lui, che stava tra la gente e si occupava dei bisogni di questa terra fragile e difficile, spinto dalle parole del Vangelo e dalla voce di Dio. Fu un sacerdote attento alle necessità, divulgatore del perdono inteso come balsamo della consolazione e della gioia. Non ha fatto cose straordinarie ma ordinarie, prima del miracolo. Si è impegnato nella catechesi e nell’educazione, è stato perspicace ed ha messo a disposizione il suo cuore, speriamo che la sua lezione sia per noi un incentivo ad usare di più il cuore in tutto quello che facciamo.” Poi rivolgendosi al Cardinale Amato; “in pochi anni la Calabria ha proclamato due Beati, venga a trovarci più spesso e preghi perché questa regione possa festeggiare a breve anche tre nuovi Santi.” Applausi e sorrisi. Il miracolo, scrivevamo. Tra i partecipanti, in prima fila, c’è anche Nina Pancaro, una graziosa signora di Altomonte che nel 2003 ricevette il miracolo per intercessione di Don Greco. Una trombosi venosa al cervello la costrinse al coma irreversibile. Per i medici non c’era più nulla da fare. La donna fu sottoposta ugualmente ad un disperato intervento chirurgico. Dopo pochi giorni, si svegliò e rivelò, a medici e familiari, di aver visto, non sognato, un prete, presentatosi come Francesco Maria Greco, che gli garantiva una pronta guarigione. Così è stato. La sua testimonianza, raccolta dai cronisti poco prima della cerimonia, è toccante e nello stesso tempo mette i brividi. Don Greco fonda l’istituto Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori di via San Francesco e nel 1888 viene nominato arciprete. La sua azione è rivolta ai più bisognosi ed indigenti, istituisce scuole di catechesi, associazioni, un oratorio e, con la collaborazione di suor Maria Teresa De Vincenti, fonda l’istituto di suore piccole operaie dei sacri cuori. Ma la sua opera più importante ed incisiva sul territorio è la fondazione dell’ospedale Caritas che ospita anziani, poveri soli e abbandonati, bambini orfani. Alle 20,30, il ritorno della reliquia del nuovo Beato nella sua Acri adornata a festa già da qualche giorno con palloncini bianchi e gialli, immagini e striscioni. Al seguito bus ed auto, quindi la processione fino alla chiesa madre di via San Francesco dove sono custodite le sue spoglie. Applausi, campane a festa e fuochi d’artificio. Poste Italiane, ha realizzato un annullo filatelico, ovvero due cuori racchiusi in una corona di spine. Beato Francesco Maria Greco sarà ricordato ogni 13 gennaio, giorno della sua morte. |
PUBBLICATO 22/05/2016 | © Riproduzione Riservata
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