I prodotti elettorali
Filippo Gallipoli
I titoli di studio non garantiscono capacità e cultura, talvolta solo istruzione. I “prodotti elettorali”, visto il recente panorama di squallore, spesso si inventano competenze che non hanno, con decisioni avventate e soluzioni superficiali. Il “politico” che, prima, ha predicato con tono moralistico, pubblicato programmi e progetti e si è ritrovato, dopo, a ricoprire un ruolo, può legittimare la sua posizione solo con le azioni che riesce a concretizzare. Non con le chiacchiere o con la fuga. Chi si propone e si espone dovrebbe esserne consapevole e non risentirsi delle eventuali “osservazioni” dei cittadini.
Tutto questo a qualcuno ancora sfugge, malgrado i ripetuti e oltremodo ragionevoli interventi. I “prodotti elettorali” sembra vogliano seguire solo quel “consiglio” rifiutato sdegnosamente da Giuseppe Parini nell’ode “La caduta”: “O, se tu sai, più astuto i cupi sentier trova colà dove nel muto aere il destin de’ popoli si cova; e fingendo nova esca al pubblico guadagno l’onda sommovi, e pesca insidioso nel turbato stagno.” Il poeta risponde: “Chi sei tu, che sostenti a me questo vetusto pondo, e l’animo tenti prostrarmi a terra? Umano sei, non giusto Buon cittadino al segno….” E’ stato necessario citare questa grande “lezione” di alto valore morale che “ i più dotati capiranno”. Si dovrebbe cominciare a capirla da studenti per poi applicarla da adulti. Purtroppo la scuola oggi, come allora per noi, non fa “amare” Manzoni, Leopardi, Parini… Solo con una successiva “rilettura critica” ci ha reso più edotti e maturi, consapevoli anche che ogni vita e ogni condizione è diversa. Non è per caso se, tempo fa, abbiamo fatto la scelta “scellerata” di restare in questo paese con la speranza e l’utopistica illusione che avremmo vissuto in modo più libero e più giusto. Acri, segnata da un diffuso senso di disamore, appare sempre più depressa e desolata. I giovani partono e non amano ritornare - neanche per le vacanze - chiediamoci il perché. Forse è necessario un maggiore rispetto per il luogo e i suoi abitanti. Un “agire diverso”: non da padroni, ma da fedeli custodi. |
PUBBLICATO 08/04/2016 | © Riproduzione Riservata
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