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Perché la scuola tace?

Foto © Acri In Rete
Pi Greco
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Il borgo fra le montagne sta vivendo giorni che non avrebbe mai voluto vivere. Da quando abbiamo cominciato la nostra rubrica stiamo di continuo evidenziando che in una comunita' la Scuola e' tutto. La scuola, lo ribadiamo ancora una volta, non e' un' istituzione come le altre. Il mestiere di insegnante non e' un mestiere come gli altri. Operare in una scuola richiede preparazione massima, attitudine, passione, empatia, intuito e comprensione innata per l' universo giovanile. Nella contemporaneita' questo che e' il più nobile dei mestieri e' diventato il rifugio per tutti quelli che non riescono a fare altro. La passione e' sparita ed i giovani lo avvertono manifestando apatia e noia durante l' attivita' scolastica. Tranne qualche eroico caso il resto e' incapacita' di ascoltare e farsi ascoltare. Siamo di fronte ad una scuola che, non sapendo più fare quello che faceva una volta, chiede aiuto inutile a ipotetici esperti. Per fare cosa? Per capire cosa? La scuola del borgo fra le montagne non ha capito il degrado digitale. Non ha capito i pericoli di un digitale, non ha capito quanto la tecnologia possa fare del male se non utilizzata con consapevolezza. Le scuole sono state riempite di materiale digitale. Gli strumenti tradizionali della conoscenza sono stati sostituiti da materiale digitale santificato da dirigenti e docenti. Adesso i Paesi più avanzati al mondo, dal punto di vista educativo, stanno tornando indietro. Ma perché la scuola nel borgo tace? Perché non si assume le responsabilità del caso? Non aver intuito? Non aver colto il pericolo? Perché si continuano a fare inutili corsi i cui effetti, come abbiamo constatato, non servono a nulla?

PUBBLICATO 25/02/2025 | © Riproduzione Riservata





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