LE STORIE DI MANUEL Letto 432  |    Stampa articolo

Imparare dal mandorlo

Foto © Acri In Rete
Manuel Francesco Arena
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Imparare dal mandorlo, una pianta che a guardarla per la maggiore dei mesi dell’anno sembra non dirci nulla, anzi forse è pure più brutto degli altri alberi. Ha la corteccia secca e ruvida, rami esigui e storti per non parlare delle foglioline che mette su: insignificanti e smagrite che fanno quasi tenerezza.
Poi però arriva febbraio ed il mandorlo denudato, improvvisamente quando nessuno se lo aspetta, fiorisce mentre la natura attorno a se, dorme ancora il sonno dell’inverno. Difatti esso è tra i primi alberi in assoluto a vestirsi di fiori e ad annunciare la primavera, sebbene ancora le giornate siano fredde e la neve imbianchi i campi.
È una vera e propria esplosione di bellezza la fioritura del mandorlo! Mette su in pochi giorni dei fiorellini rosa con sfumature che vanno dal bianco al violaceo, lasciandosi ammirare come fece il brutto anatroccolo della favola di Andersen che una volta adulto, si trasformò in un cigno meraviglioso che sbalordì coloro che fino ad allora lo avevano esiliato per il suo essere per l’appunto tutt’altro che un campione di bellezza.
La bellezza del mandorlo tuttavia però è assai effimera. Già ad aprile in realtà torna ad essere il silenzioso ed apparentemente albero di sempre, come se avesse vergogna per il suo aspetto tristo e arido.
Tante volte lo vedi solitario su colline dove attorno non ha altri alberi e sembra che perfino gli uccelli evitino di fare il nido su esso. Ecco che però in estate, quando tutti hanno dimenticato la sua elegante fioritura, Dio gli concede una seconda piccola rivincita.
Infatti regala all’uomo un frutto chiuso in un guscio legnoso e riservato come solo lui è, ma eppure dal cuore gustoso e dolce se viene da una buona pianta.
Questo a significare che a volte l’apparenza inganna e che tanti di noi, proprio come l’albero del mandorlo, si costruiscono una corazza probabilmente per proteggere la propria fragilità assieme alle emozioni ed i sentimenti per paura che possano essere scalfiti. Una corazza che “i mandorli umani” lasciano per l’appunto cadere esclusivamente quando qualche persona che si avvicina a loro, riesce con delicatezza a superare i pregiudizi.
Solo allora generosamente regalano a questi pochi eletti, le loro fioriture di un febbraio eterno assieme ai propri frutti di bontà che vengono direttamente dal cuore. Il mandorlo potremmo dire che insegna proprio questo in fondo; ad andare oltre ciò che riusciamo a vedere negli orizzonti dei nostri punti di vista, per accorgerci che certe volte non tutto è come pensiamo che sia.

PUBBLICATO 08/02/2025 | © Riproduzione Riservata





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