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Un mondo migliore

Foto © Acri In Rete
Walter Manes
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“L’ Europa? Non pervenuta, pur se potrebbe ancora ritagliarsi un ruolo di mediazione favorendo processi di pace, sia per il conflitto Israelo/Palestinese, sottovalutato, sia per la guerra Russo/Ucraina, per la quale basterebbe che la Cina e l‘ America decidessero la fine delle ostilità e il giorno dopo si parlerebbe  solo di Pace.” Questi alcuni frammenti di una  interessante intervista  di Marco Tarquinio a Romano Prodi a cui ho assistito a Firenze lo scorso 9 Ottobre. La conversazione, acuta, ha toccato  poi il ruolo dell’ ONU, Organismo Internazionale fondamentale nella cui sede a New York, pare, prevalga più il potere di veto di taluni Paesi ( Russia e Cina) che la supremazia dei principi fondativi ovvero quelli di garantire Pace e Sicurezza nel mondo, come pure hanno  affermato Madre Teresa di Calcutta,Papa Francesco e più laicamente Gino Strada. Paradossalmente , come ha sostenuto Prodi, nel periodo della Guerra Fredda il clima internazionale che regnava tra gli Stati era certamente più stabile. Le riflessioni di siffatti ragionamenti portano a pensare che non esistono ricette miracolistiche per debellare il Male che attanaglia parte del Mondo,per diversi motivi.
Alcuni riconducibili  alla mancanza di leadership realmente carismatiche, le quali, in passato, riuscivano a intessere relazioni internazionali che calmieravano tensioni e attriti tra i popoli, oltre al parziale recepimento dei principi inviolabili di Democrazia e Libertà contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ritengo però che una delle “ragioni “ delle sollevate cause belliche sia riconducibile alla netta prevalenza dell’ ECONOMIA SULLA POLITICA. Le guerre di religione hanno  carattere residuale, imponendosi  i motivi economici come leva fondamentale  per sprigionare la  cinica ferocia di cui  l’ homo sapiens è dotato più che  dell’ intelletto. Come affermava Hobbes....homo homini lupus! Gli Stati devono, probabilmente, rivedere la propria politica che non può più mettere al centro il PROFITTO RISPETTO ALLA PERSONA.
IL SUD DELL’ ITALIA E DEL MONDO.  Le politiche di  alcuni  Stati, delle civiltà c.d. avanzate, hanno prodotto problemi seri nei Paesi poco sviluppati a causa  di logiche espansionistiche. Un’autocritica è necessaria  per evitare nuovi errori che alimentano nuove scie di sangue. Fermo restando che Noi difendiamo l’ Alleanza Atlantica non dimenticando che gli anglo- americani, insieme alla resistenza partigiana, hanno liberato l’Italia dal nazi - fascismo. L’America, come diceva il grande Enzo Biagi, nel dopoguerra ha riempito i nostri “granai “col Piano Marshall. Condanniamo, però, senza tentennamenti, le azioni terroristiche che provocano morte di donne,bambini, anziani,vittime innocenti. Il prof. Prodi per il Sud e sul Mezzogiorno asserisce che purtroppo ad oggi c’ è solo il Nulla, suggerendo la creazione di Nuove Università Mediterranee per cambiare visione attraverso la nascita di Atenei paritari realizzati dall’  Europa e dal Nord Africa. Un modo originale per far convivere ragazzi e ragazze capaci di pensare il futuro in modo differente. Chissà se ciò potrebbe far riacquistare al nostro Sud quella centralità smarrita ? Ritengo che geograficamente potremmo diventare l’ avamposto del Mediterraneo rievocando i fasti del passato  Stato pre-unitario, rammentando che la Bilancia Commerciale, nel Regno delle due Sicilie, presentava un attivo di 35 milioni di ducati.
La Questione Meridionale, già posta sin dal 1861, è ancora irrisolta e tristemente attuale malgrado i timidi sforzi posti in essere dalla classe politica. Autorevoli esponenti del meridionalismo hanno trattato siffatta problematica:  Fortunato, Villari, Nitti e Salvemini . In tempi più recenti è giusto ricordare anche  il prestigioso socialista Giacomo Mancini.
IN CONCLUSIONE, è necessario e risolutivo, non tanto il Ponte sullo Stretto di Messina bensì  “UN NUOVO PONTE” che possa unire l’ Europa all’ Africa attraverso seri investimenti IN PRIMIS CULTURALI, di circolazione di idee oltre a imponenti aiuti economici ad hoc non diretti a bloccare le ineluttabili emigrazioni con fantomatici blocchi navali, bensì a creare condizioni di sviluppo e di crescita per i popoli del Terzo Mondo .In tal modo le suddette popolazioni potrebbero liberamente continuare a vivere nei propri luoghi di nascita. Sogno, utopia o illusione? Gli scenari di guerra anziché frenare questi processi migratori inevitabilmente li amplificheranno. Gli Stati occidentali devono assolutamente rivedere e ripensare il loro MODUS AGENDI NON DISTRUGGENDO IL CLIMA, partendo, invece, dalla tutela del Pianeta e della Natura puntando a ridurre  drasticamente la povertà e la fame.
Volere È Potere!
La pace non è uno status acquisito bensì un lento processo di costruzione di rapporti tra Stati e individui, di culture, identità, etnie e religioni diverse che possono coesistere fra loro  garantendo la pacifica convivenza tra i popoli.Ma forse a volte la musica è più efficace delle parole per ESALTARE LA BELLEZZA DELLA  PACE E CONTESTUALMENTE CONDANNARE L’ ORRORE DELLA GUERRA. COME SA FARE BOB DYLAN, poeta e musicista, PREMIO NOBEL  PER LA LETTERATURA, nel suo capolavoro “BLOWIN’ IN THE WIND”, in occasione della guerra degli Stati Uniti contro il Vietnam. RIASCOLTIAMOLA.


PUBBLICATO 13/10/2023 | © Riproduzione Riservata





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