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Retromarce e contrordini

Foto © Acri In Rete
Franco Bifano
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Quelli che stiamo vivendo sono tempi complicati. Dopo tre anni non siamo ancora usciti pienamente dalla pandemia. Da 11 mesi è in corso una guerra che non sappiamo ancora come andrà a finire.
Gli stipendi sono sempre più bassi, mentre i costi che le famiglie devono sostenere - non solo per fare la spesa - sono sempre più alti. A questa ventata di ottimismo possiamo aggiungerei anche che la politica, non trovando soluzioni adeguate, balbetta, promette ma non mantiene.
A 100 giorni dall’insediamento, il Governo Meloni ha fatto più marce indietro di un branco di gamberi marinati al salmoriglio.
Ad esempio, retromarcia è stata fatta sugli sbarchi, sull’utilizzo dei Pos, sul bonus cultura per i giovani, sulla norma anti rave, sulla soglia dell’utilizzo del contante. Più di recente, un altro passo indietro è stato fatto sulla limitazione alle intercettazioni proposte dall’inadeguato Ministro Nordio.
L’ex Magistrato ricorda sempre di più gli anziani che si fermano a guardare per ore i lavori di un cantiere proponendo, incautamente, agli addetti soluzioni fantasiose e ricevendo in cambio solo sguardi di compassione.
Un discorso a parte meritano le accise che contribuiscono al caro carburante. Il cazzaro padano aveva detto che bisognava toglierle, mentre Donna Giorgia, aveva girato una “divertente” video-scenetta (poi diventata virale) nella quale si diceva scandalizzata che dovessimo ancora pagarle.
Ad oggi, il risultato è che non solo le accise non sono state tolte, ma è stato eliminato lo sconto che aveva inserito Draghi. Di conseguenza il costo del gasolio e della benzina è risalito.
La coperta era corta i soldi non bastavano, hanno detto. Tuttavia hanno trovato un miliardo (un miliardo!!) di euro da dare ai Presidenti di calcio di serie A, gente notoriamente indigente.
Le polemiche sui giornali come in televisione sono divampate. I benzinai, accusati di essere degli speculatori, per protesta hanno chiuso le pompe per due giorni, il malcontento era crescente.
La Meloni, con una faccia che ha fatto arrossire persino quella dei Bronzi di Riace, ha negato di aver mai detto di voler togliere le accise.
Poi, però, le è stato fatto notare che nel programma di Fratelli D’Italia era tutto scritto nero su bianco e così il bronzo si è trasformato in ricotta (nel senso che è impallidita).
Poi però è arrivato l’arresto Mattia Messina Denaro e lo scenario, anche comunicativo, inevitabilmente è cambiato. Adesso sappiamo tutto sull’inafferrabile latitante.
Ci hanno informato dettagliatamente, infatti, sulle sue abitudini, sul fatto che tenesse in casa una pistola carica (e chi se lo aspettava!).
Ci hanno raccontato dei poster attaccati in camera da letto, delle sue amanti, dell’uso del viagra. Non conosciamo ancora però il colore delle sue mutande (maledetta privacy!).
In compenso l’aumento del costo della vita e dei carburanti, al momento, sono uscite fuori dai radar informativi.
Se ne ritornerà a parlare non appena sarà superato lo scoglio della privacy e, finalmente tutti conosceremo il colore delle mutande del Boss dei Boss.
Che soddisfazione!

PUBBLICATO 31/01/2023 | © Riproduzione Riservata





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