OPINIONE Letto 1844  |    Stampa articolo

Amata Terra

Foto © Acri In Rete
Padre Leonardo Petrone
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Tutti abbiamo un luogo nel cuore, un luogo legato alla bellezza del territorio dove affondano le nostre radici, meta di arrivo e di partenza verso il futuro. Siamo innamorati di questo luogo, ma i più innamorati della Terra intera sono Dio creatore e Cristo Signore che vi ha camminato. Amava gli orizzonti di quel piccolo pezzetto di Terra che è la Palestina. Più volte ha percorso Nord – Sud, Est – Ovest di quel territorio. Apriamo il Libro del Levitico (25,28): “Mia è la Terra e voi siete miei ospiti permanenti”, “è mia come mio è il vostro cuore e senza non vivreste”. Per sette volte Dio Creatore ha ripetuto “tov - kalon” (è bello e buono), sei volte riguarda la Terra, una volta riguarda Adamo – Eva. Quel “che bella” esprime approvazione, soddisfazione, gioia, piacere. Noi stessi, dicendo “sei bella”, stiamo dicendo “Ti voglio bene”. Saffo si esprime meglio: “La persona più bella è quella che ami”. La Terra è bella, è amata da Dio, è bellissima, è molto amata. Dio abita la bellezza: una montagna, un volto, un cuore, un fiore. Dove c’è bellezza, lì c’è Dio. Nel capitolo 38 di Giobbe Dio esercita contagio di stupore per la bellezza del creato, entusiasmo per tutto: “estensione del mare, le nuvole ora lente, ora veloci nel cielo, la pioggia che feconda la Terra, l’erba che cresce, il mandorlo fiorito che annunzia Primavera: è incanto di parto continuo, bellezza, stupore, amore si abbracciano. Dio dice “Terra mia gioia” e la apre, la prepara, la fa morbida, la fa madre della vita: gemme, foglie, fiori, semi, pesciolini nel mare, uccelli e pulcini nel prato. Tutto da vedere e godere, veramente grande la sua munificenza, magnifica la sua magnificenza. In Israele tutte le cose importanti hanno come sfondo la Terra, eccelle la festa delle primizie. Alcuni chiamano il pesco fiorito “liturgia celeste”. Gusto, sapore e colore non sono mai dimenticati. Per l’ ebreo la Terra è preghiera. Bellissimi questi quattro versi di David Maria Turoldo: “Siamo Terra orante/ Nostra sorella nutrice/ La Terra Madre ci germoglia/ Unitamente alle eterne radici”. I racconti di Gesù sono racconti di terra: il seminatore, il grano che germoglia, la vigna ricca di grappoli, il fiume che scorre, il ramo con le gemme. La Terra è gloria di Dio, è amata da tutti. Gesù apprezza il pane profumato, si ferma tra i bambini che giocano, parla con le donne che vanno al pozzo, si ferma con gli uomini che lavorano, difende la donna accusata: la Terra è suo tappeto di preghiera, è mensa per tutti. Amava i monti di Galilea, la vasta pianura, i gigli che vi crescevano, gli uccelli che volavano in alto, il lago pescoso, il vento ossigenato, la pioggia irrorante. Trascorse la sua vita terrena su 70 km di lunghezza e 30 di larghezza. Forse un giorno potremo udire i suoi passi, le scoperte avvicinano, non allontanano. Clemens Brentano era solito affermare: “vengo da Dio, e da Lui voglio tornare. Il Buon Dio mi darà un lumicino, mi illuminerà la strada che porta alla vita beata”. La Terra ci è stata donata accompagnata da melodiosa musica che parte dalla natura inanimata, attraversa la vita vegetale, scavalca la vita animale e raggiunge la vita dell’uomo. La musica della Terra è musica rigogliosa, vi esplode vita. E’ orchestra universale e Dio è Maestro Direttore dell’orchestra. Sant’Ambrogio esclama: ”l’armonia dell’Universo è udibile e visibile, è incantevole visione, veramente Dio è artista inimitabile”. La Terra è “luogo del cuore”: qui siamo nati, qui siamo cresciuti, qui ci siamo realizzati, qui chiuderemo gli occhi, da qui la partenza per “Terra nuova e Cieli nuovi”. L’amata Terra esercita fascino ipnotico per via dei variati paesaggi, offre immagini da capogiri, paesaggi di scala meravigliosa: il Sahara col suo giallo-ocra solcato dal Nilo, il turchese del Mediterraneo, le alte cime delle Alpi, il grande Verde del Sud America, la biosfera che fa vivere, il bel cielo che vela l’infinito. Per questo Gagarin dall’alto ha chiamato la Terra “Pianeta azzurro”. Insomma la Terra è una gemma, non necessitano aggettivi, i panorami si alternano con rapidità. Contemplando questa gemma, le domande corrono come onde veloci, le risposte sono oltre i confini: veramente Dio ha fantasia e l’ha abbondantemente usata nel creare la Terra. E’ bella questa Terra e su di essa mantiene fisso il suo sguardo. Per tutti noi è casa e mensa. Mah…venti glaciali urlano minacce “l’esistenza si estingue” sul bel pianeta. Voci autorevoli avvertono :è il momento di scegliere il futuro, o proteggiamo la Terra o rischiamo distruzione. Terra e umanità formano uno, tre crisi sono minaccia: crisi di sviluppo sostenibile, crisi sociale, crisi climatica. Già milioni di persone abbandonano la patria e corrono dove c’è il pane e l’acqua. Maledizione divora la Terra, ma non viene dall’alto, serpeggia sulla Terra, è nata tra i rottami dei valori. E’ forte il richiamo che siamo in pericolo: esplodiamo-implodiamo. Il sacro è in deriva, profanità in libertà, il rispetto alla Terra è in carcere. Il sacro affascina, il profano ammorba, il rispetto costruisce, ma manca equilibrio. Due parole che non sono di oggi, “tremendum (che fa tremare) – fascinosum (che attrae). Kant insegna ancora “riallacciare tutto con tutti = tornare ad amare la Terra”. Voltate pagina e leggete ancora: “Amara Terra”. La Terra grida e l’eco delle bombe gli risponde. Il primo grido si trova nel libro della Genesi capitolo 4: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla Terra” (Gn 4,10). La Terra ha bevuto troppo sangue e il suo lamento sale a Dio. Questo lamento è la prima preghiera biblica. Preghiera mai interrotta nei secoli; la Terra è irrorata col sangue. Questo sangue è la più orrenda bestemmia che fa dolere il cuore di Dio. La Terra è ubriaca di sangue e barcolla: suolo e acqua sono avvelenate dalle esplosioni. “Vattene lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello” (Gn 4,11-12). Il parossismo della guerra divora i figli della Terra e sovverte cosmo e natura. Terra, non più giardino, ma immenso cimitero sempre avvolto dall’ombra tenebrosa della morte. La guerra è il più disumano danno della Terra: la voce del suolo sale in alto, le lacrime cadono in basso. La guerra non ha il volto della donna, La donna ha volto di pace e di gioia. Molto significative le parole di Christa Wolf: “tra uccidere e morire le donne sanno inserire il verbo più bello: VIVERE”. Nelle prossime elezioni voterò DONNE. Padre Petrone Leonardo

PUBBLICATO 24/04/2022 | © Riproduzione Riservata





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