OPINIONE Letto 1670  |    Stampa articolo

Montagnier, uomo prima che scienziato

Foto © Acri In Rete
Vincenzo Rizzuto
condividi su Facebook


La notizia della morte di Montagnier mi ha particolarmente colpito, e credo, anzi ne sono certo, abbia colpito allo stesso modo anche la grande opinione pubblica mondiale.
La ragione di questa particolare reazione è data dal fatto che il personaggio è intimamente legato alla grande paura che l’umanità ha provato negli anni in cui imperversava la terribile pestilenza dell’Hiv, che fece tremare interi continenti con milioni di morti, e modificò profondamente il rapporto uomo-donna sotto l’aspetto sessuale.
In quegli anni di paura e di smarrimento, mentre da qualche parte si farneticava di fantomatiche punizioni divine, dovute alla degenerazione dei costumi, come era successo nell’antica Sodoma e Gomorra, il buon Montagnier, con le sue ricerche portate avanti con altri studiosi, scopriva il virus responsabile della pestilenza, dando così al mondo intero la speranza e gli strumenti per tenerla a bada. La scoperta gli fece assegnare il meritato premio Nobel per la medicina, pur tra varie polemiche, che però non ne incrinarono la fama e la stima presso la grande opinione pubblica mondiale. Lo scienziato infatti, come direttore del prestigioso Istituto Pasteur, non ha mai perso quel fascino umano di cui godeva, un fascino che per me, ma credo per tutti, si era arricchito di una certa tenerezza quasi filiale quando abbiamo assistito alla metamorfosi dello scienziato, scaduto a ‘mago guaritore’ che, abbandonato il già periglioso sentiero della scienza, abbracciava le pratiche esoteriche per curare le malattie, come tentò di fare con la papaia nel caso dell’alzheimer di Papa Giovanni Paolo II.
Allora, il vecchio Montagnier fu mollato, deriso, ingiuriato dalla famiglia variopinta del mondo scientifico, fino a giungere, tale derisione, a qualche giorno prima della sua morte, quando si trascinò sul palco a Milano,il 15 gennaio, a dare man forte ai deliranti no vax.
Quest’ultima ‘avventura’ ai miei occhi ha reso il vecchio studioso francese una figura ancora più toccante dal punto di vista umano, perché ha dimostrato ancora una volta che l’uomo, pur dopo avere fatto voli pindarici, che lo rendono simile al Dio, non smette mai di essere altrettanto debole e soggetto a ‘cadute’ ineffabili, misteriose, che inevitabilmente fanno parte da sempre della debolezza umana.

PUBBLICATO 12/02/2022 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

NEWS  |  LETTO 1574  
Maltempo. Danni e disagi anche ai nuovi locali di via Padula
Inaugurati solo 48 ore fa e concessi fino all’8 gennaio ad alcune attività attraverso pubblico avviso, rischiano di non essere agibili causa infiltrazione acqua. Sono i locali di via Padula ristruttu ...
Leggi tutto

LA VOCE DI PI GRECO  |  LETTO 1447  
Cinema chiuso, sogni perduti
Nel borgo fra le montagne, quando eravamo piccoli, trionfava la vita in comune. La famiglia allargata, la parrocchia, la strada, la piazza, sale adibite a teatro e il cinema. ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 817  
Il Sabato nel Villaggio
La scorsa domenica anche per il variegato Comitato per il Sì alla città unica (Cosenza, Rende e Castrolibero) non si è acceso il Natale, per il combinato disposto della scarsa affluenza generale e ...
Leggi tutto

POLITICA  |  LETTO 2090  
Sen. Trematerra. ''Acri ha perso centralità e importanza''
Il nuovo atto aziendale dimostra che chi ci governa non riesce a tutelare il nostro ospedale." Lo dichiara il Sen. Gino Trematerra che aggiunge: "i Masaniello hanno fallito e dovrebbero fornire spiega ...
Leggi tutto

NEWS  |  LETTO 2100  
Truffe al telefono per inesistenti incidenti stradali. Nel mirino una signora acrese
Ricevere una telefonata a casa e sentirsi dire che il proprio figlio, o un familiare, è rimasto coinvolto in un incidente stradale per cui bisogna versare subito una somma consistente di denaro per ev ...
Leggi tutto