L' effimero “vissero per sempre felici e contenti” , la condizione femminile ed il principe azzurro
Gaia Bafaro
La letteratura ci ripropone spesso dei racconti che partono da una tematica comune ( o filo conduttore ) per poi diversificarsi nello svolgersi della vicenda o nei finali. In molte fiabe per bambini, si può notare come la piena realizzazione delle fanciulle sia quella di imbattersi nel vero amore per ottenere il fatidico : “vissero per sempre felici e contenti”. Le storie tentano di stabilire dei ruoli ben precisi all’interno della società tramandando ai nostri bimbi: regole, ideali e aspirazioni di vita. Vorrei riportare alla mente del lettore alcuni testi, in modo da poter dimostrare come questi possano essere attuali e veritieri per quello che riguarda la condizione odierna delle donne. Soffermandosi sul racconto di Apuleio, ad esempio, troviamo una Psiche perseguitata, a causa della sua bellezza, da Afrodite che ordinerà al figlio Eros di scagliare una freccia per farla innamorare di un uomo bruttissimo. La Dea della bellezza però non seppe calcolar il potere dell’imprevisto e così Eros finirà con l’innamorarsi di Psiche per vivere una passione segreta. In seguito, a causa di un tranello tesogli dalle sorelle, Psiche farà fuggire il giovane Dio e vagherà nel mondo alla sua ricerca, sottoposta ad una serie di prove da Afrodite per riaverlo. Ovviamente tutto avrà un lieto fine. Le vicende delle fanciulle perseguitate prima di ottenere il vero amore, unica ricompensa per la loro bellezza e somma aspirazione di vita, si possono scorgere in più racconti, dalla famosissima Cenerentola alla sua lontana parente russa Vassilissa che, prima di sposare uno splendido Zar, deve affrontare non solo matrigna e sorellastre ma persino una malvagia e solitaria strega russa che vive in un bosco. Lo sfondo che emerge, già da questi pochi racconti, è abbastanza sessista. Le giovani donne, belle ed intelligenti, utilizzano queste doti per sposare un principe che intanto, mentre le protagoniste devono contrastare i problemi della vita, (dall’essere orfana, perseguitate da suocere, cognate, matrigne e sorellastre, vittime e serve) se ne stanno rinchiusi nel proprio regno, tra lussi e sfarzi e raramente prendono il loro cavallo bianco e si fanno una passeggiata nel bosco per baciare qualche fanciulla e risvegliarla dal sonno della morte. Perché effettivamente, senza amore le fanciulle vivono addormentate, in una sorta di morte, incapaci di sopravvivere. (Questo è quello che si vuol far credere). Dunque, in linea con credenze religiose monoteiste, la somma realizzazione della donna è un matrimonio con un bell’uomo ricco e quindi, una famiglia. L’attualità di queste informazioni, si può riscontrare benissimo nella vita moderna dove l’universo femminile ( già termine denigrante poiché “femmina” è un sostantivo coniato durante l’Inquisizione e deriva da “Minus Fè ” / priva di fede) deve fare i conti con diverse problematiche come la violenza psicologica e quella fisica. Nella realtà certo non ci sono Draghi, streghe, fate ma in ogni caso vi sono altre tipologie di ostacoli. Proprio come nelle fiabe,una donna sarà sempre giudicata per la sua bellezza ( che le permetterà di acquisire l’etichetta di “poco di buono”) o per la sua bruttezza (una racchia destinata ad essere zitella) e altri problemi riguarderanno la sua intelligenza folle o la sua ignoranza imbarazzante. Ed è così che le convenzioni comuni portano gli uomini a volere sposare donne che non li mettano in disagio per la loro bellezza o intelligenza ma che li spinge inevitabilmente a cercare le amanti colte e sofisticate, in modo da essere considerati “Latin lover”( e non poco di buono). Un’ ulteriore piaga è quella del lavoro e della continua pressione sulle donne, sia essa sessuale ( con pretese di oscenità da parte di datori per avanzare di carriera) o per la questione maternità, utilizzata come pretesto per lasciare le madri a casa poiché non più sfruttabili per quattro soldi al massimo dell’indecenza. Mentre le donne brillanti sono pur sempre un gradino più giù rispetto al collega di sesso maschile. Forse però il male tra i più gravi dei nostri tempi è l’oggettivazione del corpo femminile, il continuo proporlo come merce per far in modo che perda la sua sacralità. Secoli di bellezza proposta da canoni greci in dipinti o sculture evolutosi in volgari labbra a canotto e seni di plastica che costituiscono l’esempio lampante di quello che è il ruolo della donna oggi e (forse) del suo principale utilizzo. Dunque, l’emancipazione fittizia di cui godiamo ci ha permesso di indossare abiti succinti ed esporre qualche pensiero, ottenere persino alcuni incarichi importanti ma nella realtà dei fatti, la maggioranza delle donne è vittima di continue violenze, grandi e piccole che rendono la nostra esistenza meno spianata rispetto a quella del caro principe. Quest’ultimo , il preziosissimo figlio maschio, mentre le fanciulle affrontano draghi, mostri e tragedie eventuali, sta ad aspettare per ricompensare la sua futura sposa con il “vissero felici e contenti” magari tra un tradimento e l’altro ed una violenza e raramente con quell’amore che ci viene promesso dalla favole. Questo il dramma secolare delle nostre radicate e fallaci credenze ideologiche e morali : La vita delle donne è difficile e si realizza solo con l’incontro del vero “deficiente di turno”. Viviamo prigioniere degli altrui limiti mentali e da Dee della vita siamo diventate Serve affascinanti del sistema. Tutto sommato secoli di progresso non ci hanno portato a capire che l’equilibrio e i pari diritti dei sessi (effettivi e non a parole) è fondamentale per l’evoluzione del genere che tanto si fregia del titolo di “umano”e le fiabe, raccontano con parole molto più metaforiche quella che è una realtà solida e difficile da cambiare: Siamo ancora le principesse da salvare ma che non possono salvarsi.
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PUBBLICATO 12/02/2022 | © Riproduzione Riservata
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