OPINIONE Letto 1275  |    Stampa articolo

Voglia del nuovo

Foto © Acri In Rete
Padre Leonardo Petrone
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La settimana scorsa il grande E. Kant ha tenuto lezione in una nostra classe di seconda superiore, esordendo con “Critica della ragion pratica”: “Due cose riempiono di ammirazione e di riverenza sempre nuove e crescenti quando più spesso e a lungo il pensiero vi si sofferma: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. Una ragazzetta non del tutto sbocciata lo interrompe con grinta: “goditi il tuo cielo stellato, ma non parlare del tuo senso morale certamente non adeguato al nostro”. “Professore Kant, se mi cedi il posto ti aggiorno con poche battute”. “Il nostro senso morale: ottenere ciò che c’interessa e subito. Questo vogliamo e per questo lottiamo e approfittiamo: sesso e alcool. L’alcool potenziato con opportune aggiunte va bevuto in grosso bicchiere, possibilmente a digiuno per non ingrassare, il calore che sprigiona produce effetti sublimi: ci trasporta fuori di noi. Famiglia e società offrono solo privazioni e delusioni. Beviamo e facciamo sesso: unico piacere per il quale vale pena vivere”. Sintetizziamo in forma più chiara questo problema giovanile. Un’espressione nuova, ma non troppo:”Gray-rape” è comunemente tradotta “stupro grigio” o stupro amaro, altri rettificano “bad sex” sesso cattivo. Qui: stupro grigio, è praticato con le adolescenti di primo pelo. Con la scusa che il prof è carente d’interesse, quindi “ora noiosa”, non entrano in classe, vanno da amici dove tutto è già previsto e preparato: bicchiere pieno reso esplosivo da polverina bianca. La disponibilità esplode forte e subito: è tempo della violenza senza racconto: “gray-rape” stupro grigio. Alcune finiscono in “Pronto soccorso” dove la ginecologa verifica e trova varietà di “dna”. Non consiglia neppure denunzia, tanto ripeteranno l’esperienza e sempre con poco cervello per non sciupare il grigio. Tutto senza regole: “ho diritto ad avere ciò che voglio”. Solo uscendo dalle regole si evade la vita piatta. Meglio una buona dose di frenesia che dipinge il momento di colori forti. Si entra nel “coma beato” e si perdono mutande e resto.”Ebbè”? Quando si rientra nel mondo della realtà non pensate che la stanza sia diventata monastero e il gruppetto “gray-rape” dei convertiti. La Domenica in cui si votò il referendum sulla fecondazione assistita, un arzillo e simpatico signore mi chiese spiegazioni. Ricevute le spiegazioni mi disse con decisone: “non vado a votare, ai miei tempi i figli li abbiamo fatti in altra maniera”. Le ragazzine praticano “gray-rape”, le donne più mature praticano “Co-parenting”. A ricorrere al “co-parenting” sono donne professioniste “over”. Sanno che il tempo stringe e quindi si affrettano ad “essere madri senza fare coppia”. Basta un maschio disposto ad offrire il preziosa sperma. La posa “in loco” può avvenire tramite apposita siringa, oppure alla vecchia maniera. Come fare? Cercare su Internet italiano tra i 100.000 disponibili, firmare un contrattino, prevedere la modica somma di 30,00 euro e la via è spianata. Il nascituro appartiene alla madre, il padre potrà intervenire in caso di necessità. Un bel proverbio argentino: “el ombre està collocado donde termina la tierra; la mujer donde comienza el cielo”, naturalmente i piedi non poggiano sulla bassa nuvoletta, ma nel mefitico pantano. Brave, alcune talmente brave che non rinunziano assolutamente alla maternità. Però si sa che la gravidanza comporta inconvenienti: lega ad esigenze, ppesantisce il corpo, produce smagliature. Conviene fittare un “utero”, basta chiedere e mettere in chiaro. Donne bisognose disposte a fittare non mancano, donne desiderose di prole senza inconvenienti non mancano neppure. Si stila il contratto, si paga un forte anticipo. La seconda rata quando viene consegnato il frutto. Bene! Grazie all’inglese, lingua madre della moderna tecnica, abbiamo imparato, con poche parole, nuovi metodi per vivere la vita aggiornata ai tempi correnti: “gray-rape” stupro grigio e indolore, “co-parenting” genitori senza noioso matrimonio, “co-mother” madre portante e madre pagante. “Cummari Cuncetta, vedo che la maternità ti dona, un bel pupo e tu più bella di prima”. “Grazie, Cummari Grazia, bisogna saperci fare, il progresso è a disposizione, basta avere i mezzi”. P. Leonardo Petrone

PUBBLICATO 07/02/2022 | © Riproduzione Riservata





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