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Chi era Santa Barbara

Foto © Acri In Rete
Gaia Bafaro
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Oggi si celebra Santa Barbara custode del fuoco e protettrice dei fulmini, la sua devozione non appartiene solo ai cristiani ma persino ad alcune correnti magico/popolari e alla Santeria Cubana.
La storia è ambientata nella parte Orientale dell’antico Impero romano, sicuramente dopo il 313 d.C.,  quando Costantino con il suo Editto aveva permesso la coesistenza del culto pagano e di quello cristiano.
Il padre della fanciulla, Dioscuro cui nome significa figlio di Zeus, era pagano e anche Barbara in un primo momento.
Dioscuro dovette partire ed essendo gelosissimo della figlia di straordinaria bellezza, decise di rinchiuderla in una torre fino al suo ritorno.
Il riferimento alla torre non è casuale poiché essa è simbolo di elevazione spirituale per il suo tendere verso l’alto ma è anche da ricondursi all’arroganza ed alla pretesa di raggiungere Dio ( si pensi alla torre di Babele).
All’interno della sua prigione,la Santa, intraprese un periodo di introspezione e si convertì al Cristianesimo, a testimonianza di ciò fece aggiungere una terza finestra alla torre in onore alla Trinità (Padre, Figlio e Spirito santo).
Il padre al suo ritorno, capì il significato della terza finestra e non accettò la scelta della figlia che cercò di percuotere, miracolosamente si aprì un passaggio nella torre e Barbara poté fuggire.
Durante la corsa Dioscuro incontrò due pastori, il primo negò di aver visto la fanciulla, il secondo fece la spia, Barbara lo maledì e Dio lo trasformò in pietra insieme al suo gregge.
Non riuscendo a convincere la Vergine Santa a tornare al culto pagano, Dioscuro incaricò un ufficiale di  torturarla. Durante il suo martirio il generale romano la frustò ma un angelo nella notte risanò le sue ferite; venne frustata nuovamente ma le corde tramutarono in piume di pavon.
Poi, le vennero tolti i seni simbolo della sua bellezza e fu costretta a vagare nuda per le strade del  paese ma Dio fece calare una fitta nebbia affinché nessuno la scorgesse.
Infine, il padre non sopportando più l’intervento di Dio,la condusse in cima ad un colle e la decapitò, quando stava per tornare a valle un fulmine lo colpì e lo uccise.
Da allora la  Santa divenne protettrice del fuoco, delle tempeste, dei fulmini e delle saette.
Simbolicamente i fulmini da sempre sono associate alle divinità più potenti ma sono anche testimonianza della punizione inflitta all’uomo dal divino.
Al Nord si credeva fossero le scintille create dalle spade dei guerrieri d’Odino ed il boato del tuono il suono della battaglia ma esso ha nello stesso tempo anche un potere creativo e, secondo alcuni miti, determinati luoghi si crearono per mezzo di un fulmine. Un attributo potente della Santa Cristiana che è venerata da tutti coloro che hanno a che fare con fuoco, tempeste o possibili morti violente.
Le reliquie della Santa sono rivendicate da diverse città come Siena e Venezia, si pensa che in realtà esistessero più martiri con lo stesso nome e per questo motivo non si sa quali, effettivamente, siano le ossa della Vergine. Il mito racconta che un contadino, impietosito della triste sorte della fanciulla, ne raccolse il corpo per seppellirlo davanti alla sua abitazione luogo di miracoli che venne chiamato: Casa del Sole; secondo altre versioni furono portati accanto ad una fonte , anche questa miracolosa.
Molti sono i modi di dire legati alla Santa che attestano la forte devozione popolare che la riguardano ne ricordiamo solo alcuni:”Santa Barbara benedetta, liberaci dal fuoco e dalla saetta!”, ! La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio per Santa Barbara Martire! (dalla Preghiera dei Vigili del Fuoco); “Se a Santa Barbara piove assai, altri quaranta dì aspetterai!”, “Santa Barbara, piedi al fuoco e guardala!”.                           
Nel Cosentino fu vista due volte da una vecchietta: la prima mentre pascolava un gregge sotto le sembianze di una stupenda fanciulla, disse alla signora: “queste pecore sono i tuoi compaesani, se mi saranno  devoti non gli accadrà nulla”.
Ci fu in seguito una terribile tempesta che fece straripare il Crati e i cosentini non subirono danni. Una seconda volta fu avvistata presso il fiume a lavare delle bende , una grave pestilenza affliggeva la città che scomparve subito dopo. Anche su Donnici vegliò durante un violentissimo  terremoto e per questo motivo, ancora oggi, in occasione della sua festa si preparano pane e taralli da offrire ai più bisognosi.
Tra le usanze da ricordare vi è il ramo di Barbara che consisteva nel cogliere un ramo di ciliegio e portarlo in casa, questo fioriva il 21 dicembre come simbolo del ritorno della luce e della primavera.
Oggi iniziano le feste Natalizie che hanno a che fare comunque con la luce: il fuoco di Santa Barbara; la luce di Lucia e la nascita di Gesù, il tutto da ricollegarsi al timore che questo periodo, il più buio, freddo e poco redditizio per l’agricoltura potesse durante  per sempre.
Da qui l’adorazione di divinità e santi di calore, sole e luce  e lo svolgersi di riti propiziatori per far ritornare la primavera come: ceppo natalizio; candele di Santa Lucia; albero di natale luminoso e così via.
Queste azioni simboliche si attengono al principio che si trova alla base della coscienza ritualistica dell’uomo: “Il simile attira il simile”.

PUBBLICATO 05/12/2021 | © Riproduzione Riservata





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