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Il territorio di Acri è ricco di sorgenti!

Foto © Acri In Rete
Francesco Foggia
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Il Responsabile del Settore idrico del Comune di Acri, circa un anno fa, ha portato “a conoscenza della cittadinanza che l’acqua erogata dalla Fontana Pompio non è potabile in quanto la stessa non è sottoposta ai controlli di legge delle reti idriche comunali, perché non è ad essa collegata provenendo direttamente da una sorgente naturale.”
Una motivazione senz’altro arbitraria perché non corredata da alcuna analisi chimico-batteriologica per giustificarla. Con questa decisione unilaterale, il Responsabile (o ex Responsabile) del settore idrico, ha generato dubbi e apprensione nella popolazione di Acri, tanto da spingerla a rivolgersi all’acqua imbottigliata dei supermercati o ad altre soluzioni per le disfunzioni estive della rete comunale.
L’avviso affisso sul muro della Fontana di Pompio (forse il 16 novembre 2020) dobbiamo ritenerlo, allora, un’azione "scherzosa" del Responsabile (o dell’ex Responsabile) del settore idrico o l’attuale Amministrazione di Acri lo ritiene doveroso per qualche arcano motivo, nonostante la pulizia e le analisi fatte alla fontana negli anni precedenti?
Secondo la “logica” utilizzata per la Fontana di Pompio, le sorgenti in foto ed ognuna delle 587 sorgenti naturali del territorio acrese dovrebbero essere ritenute NON POTABILI, in quanto non collegate ad alcun acquedotto civico! La tutela della salute dei cittadini dovrebbe essere la preoccupazione principale dei rappresentanti istituzionali che sono obbligati ad informare la popolazione della potabilità o meno delle sorgenti che sgorgano in un circondario di montagna, qual è quello di Acri. Invece, da circa un anno, gli acresi guardano alla storica Fontana di Pompio e alle altre 587 emergenze con circospezione e sospetti!
L’Amministrazione comunale dovrebbe fornire chiarimenti e rassicurazione. I cittadini di Acri non possono pensare che ci sia un Responsabile (o ex Responsabile) comunale che agisca senza dati di fatto (analisi scientifica), tantomeno che il sindaco voglia esonerarsi dalle sue responsabilità o che intenda amministrare la comunità di Acri senza la giusta oculatezza. Essi, però, non possono soprassedere sulle carenze del servizio idrico pubblico e sulle spese che hanno dovuto affrontare per sopperire al fabbisogno quotidiano pur vivendo in una cittadina di montagna. Non si spiegano, infatti, il grave disservizio patito durante la scorsa estate sapendo che tutti gli acquedotti comunali vengono alimentati dalle falde freatiche della Sila Greca, un altopiano ritenuto di grande potenzialità idrogeologica!


























PUBBLICATO 24/09/2021 | © Riproduzione Riservata





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