EDITORIALE Letto 2009  |    Stampa articolo

Il fatto del giorno. Ospedale tra criticità ed ironia, Cup nel caos

Foto © Acri In Rete
Roberto Saporito
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La settimana si apre nello stesso modo in cui si è chiusa, ovvero con l’ospedale Beato Angelo al centro del dibattito politico.
Alle nostre caselle di posta elettronica continuano ad arrivare comunicati stampa riguardo “lo stato di salute” del presidio di via Ippocrate.
Consiglieri comunali di opposizione, consiglieri regionali (Molinaro e Graziano) e sindaco denunciano criticità, annunciano nuovi servizi e fanno polemiche tra loro. Oggi anche ironia.
Così il sindaco Capalbo sulla sua pagina facebook; “noto con piacere, senza alcuna ironia, che ogni qualvolta si è in prossimità di elezioni, in questo caso regionali, ci si ricorda che ad Acri esiste un ospedale. Sarebbe stato un bene se l’interesse improvvisamente dimostrato si fosse manifestato in questi 4 anni in cui, da SOLI, abbiamo avviato un confronto con il Management aziendale e con il Ministero della Salute affinché il nostro nosocomio non venisse spogliato in termini di personale e servizi. Sono certo che tutti, da destra a sinistra, ora sosterranno la richiesta avanzata all'ASP in merito all’apertura della lungodegenza prevista nell'Atto aziendale.
Siamo pronti in ogni caso, perché abituati ad intraprendere il percorso in solitaria. Infatti, questo è il compito dei sindaci e delle Amministrazioni
.”
Capalbo non fa nomi e cognomi ma, evidentemente, il destinatario del suo post è proprio il consigliere regionale Udc, Graziano.
Alla comunità questi batti e ribatti interessano poco o nulla, i cittadini vogliono un ospedale che funzioni e che non li costringa, come sta avvenendo, a rivolgersi a strutture private, altrimenti lo Stato e la Regione farebbero bene ad eliminare dalle tasse la voce riguardante IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE.
A proposito di disservizi e disagi, preghiamo sindaco, consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione e consiglieri regionali, di farsi carico della questione che riguarda il Cup.
Con appena due sole impiegate, peraltro affabili e disponibili, e con una linea telefonica che funziona a singhiozzo, si formano file lunghissime che costringono gli utenti, anche anziani, ad ore ed ore di attesa, sia all’interno che all’esterno (al fresco o al caldo), o a ritornare a casa e “tentare” nelle ore pomeridiane.
BASTA, è una situazione non più sostenibile e concepibile, ci aspettiamo una dura presa di posizione degli organi preposti.
Ma non solo con minacce e slogan.

PUBBLICATO 21/06/2021 | © Riproduzione Riservata





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