Asp e fitti passivi. Il caso Acri finisce a “Non è l’arena”
Redazione
Nei giorni scorsi ci siamo occupati di un caso di ottima sanità, quella che si registra al reparto di cardiologia dell’ospedale di Paola diretto dalla nostra concittadina Maria Teresa Manes.
C’è, però, un’altra sanità che indigna tutti, spesso al centro del dibattito nazionale e che fa acqua da tutte le parti. E’ la sanità amministrativa e finanziaria. Pare che anche l’attuale commissario Asp di Cosenza, La Regina, sia arrivato al capolinea. Se così fosse sarebbe il settimo Commissario dimissionario in appena due anni. Un triste record. Anche La Regina, come i suoi predecessori, non è riuscito ad approvare il bilancio che, secondo la Procura di Cosenza, ha un debito sproporzionato, addirittura non quantificabile ma di certo di milioni di euro. Altro triste record. Altro aspetto inquietante è quello dei fitti passivi di cui Acri in rete se ne è occupato spesso, pur di incorrere in inimicizie. L’Asp spende circa 60 mila euro per locali siti in via Zanotti Bianco, via Gemelli, via Giannice, via Viola e San Martino. Sull’argomento è intervenuto il vicepresidente della commissione regionale anti ‘ndrangheta, Graziano Di Natale che ha chiesto ufficialmente, mediante interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale, di conoscere quali azioni intende intraprendere nei confronti dell’ASP di Cosenza al fine di effettuare una ricognizione di tutti gli immobili, non di proprietà, presso i quali, però, sono ospitate attività e presunti servizi. Di Natale ha proposto anche “in ottica di una spesa oculata di soldi pubblici, di redimere uno studio valido per capire se sussistono i presupposti per accorpare i servizi in uniche strutture così da contenere i costi per i fitti passivi. L’Asp di Cosenza annualmente eroga a soggetti privati canoni per la concessione di dieci unità immobiliari nel Comune di Acri per mezzo di una concessione formalizzata a ridosso degli anni ottanta-novanta. Per tali immobili l’Asp sostiene annualmente costi per canoni di locazione passivi per il fitto delle suddette unità immobiliari di quasi 68.000 euro. Sul territorio esiste il presidio ospedaliero di Acri “Beato Angelo” che è individuato come struttura indispensabile per tutto il territorio. Nonostante l’ampio bacino di utenza molti reparti sono stati depotenziati. Ritengo quindi opportuno una ridistribuzione dell’intera spesa impegnata per il pagamento annuale dei fitti grazie ad un accorpamento, sensato ed oculato, dei servizi attualmente dislocati negli stabili privati, verso i locali del presidio ospedaliero in maniera tale da sostenere un risparmio economico non indifferente, e una maggiore presenza di servizi per i pazienti nell’ospedale, vero centro di riferimento per quella vasta area territoriale. Quanto avviene ad Acri, piuttosto che ad Amantea, si verifica puntualmente in molte realtà della provincia di Cosenza. Stiamo parlando di fitti pagati profumatamente a privati per l’erogazione di presunti servizi pubblici. Il bilancio dell’Asp di Cosenza è in deficit. Bisogna tagliare le spese superflue e la mia proposta è mirata al risparmio economico, senza tagli sui servizi sanitari. È possibile anche in Calabria, a Cosenza, una gestione tutt’altro che scellerata della cosa pubblica, dove vengono tagliati gli sprechi e non i benefici per i cittadini. Per questa serie di ragioni – conclude Di Natale – interrogo la giunta regionale chiedendo loro di vigilare su queste cose, facendo valere la propria, presunta, autorevolezza politica. La politica dinnanzi a questo scempio non può lavarsene le mani giocando a scarica barile”. Di questo argomento e di molti altri riguardanti la sanità calabrese, se ne occuperà ancora una volta “Non è l’arena”, condotto da Massimo Giletti ed in onda su La7. L’appuntamento è per domenica alle 20,30. |
PUBBLICATO 15/05/2021 | © Riproduzione Riservata
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