Palasport. Non alterare la verità dei fatti
Redazione
Non avremmo voluto, ma tirati dalla giacca, ritorniamo a parlare della presentazione e non inaugurazione del Palazzetto dello Sport avvenuta Lunedì 4 Gennaio 2021.
In un recente servizio del collega Francesco Tricoli (QuiCosenza.it) il sindaco Capalbo afferma che le foto dell'assembramento sarebbero state scattate all’esterno della nuova struttura e che da quella prospettiva si evidenzierebbe un “ammasso” di gente che, a suo parere, non ci sarebbe stato. Il sindaco afferma nell’intervista: “non pensavo che si arrivasse ad una bassezza del genere”. A questo punto, per dovere di cronaca e a dimostrazione che Acri in Rete è una testata giornalistica seria e credibile, inseriremo, a corredo del presente articolo, tutte le foto, scattate da noi e inviateci da altri cittadini, per lasciare a chi legge la possibilità di stabilire se c’è stato, o meno, un assembramento non giustificato. Secondo quanto affermato nell'intervista, il primo cittadino, in preda ad un delirio di onnipotenza, le "70/78 persone presenti" alla manifestazione sarebbero state disposte in cerchio per rispettare la distanza di sicurezza, ma dalle foto emerge tutt’altro. Si può negare l’evidenza? La verità è che continuiamo ad assistere a questi teatrini per il solo tornaconto personale dal momento che le elezioni si avvicinano ed il fallimento dell’amministrazione è sotto gli occhi di tutti. Si cerca, perciò, di spostare l’attenzione dai problemi reali (ricordiamo che sul sindaco Capalbo pesa, dall'11 Febbraio 2020, l’accusa di corruzione elettorale dalla Procura di Paola) verso effimeri traguardi, frutto dell’interessamento di diverse amministrazioni che si sono succedute nel tempo. “Abbiamo voluto dare un segnale di speranza”- continua il Sindaco nell’intervista a Tricoli - ma, a telecamere spente, lo stesso afferma che la presentazione del Palazzetto è stata necessaria per “evitare di veder ri-revocato il finanziamento, come successo già nel 2018”. Si può definire questa una vittoria? “L'arroganza politica e istituzionale è legata, alla presunzione di chi la pratica.” Prima di inculcare lezioni morali a chicchessia invitiamo il sindaco, e i suoi seguaci e soprattutto le sue ancelle, a non cercare la pagliuzza negli occhi altrui, ma ad accorgersi delle travi presenti nei propri. Per tale motivo invitiamo il sindaco e i suoi adepti alla ri-lettura del famoso discorso di Pericle 431 a.C., in cui è splendidamente sottolineato l'invito alla moralizzazione della politica. Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così. |
PUBBLICATO 10/01/2021 | © Riproduzione Riservata
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