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I fatti della settimana. Ospedale e Covid19. Questione sanitaria, politica e di informazione

Foto © Acri In Rete
Redazione
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Lo spazio settimanale lo dedichiamo, naturalmente, alla questione ospedale. Come saprete, da qui a qualche giorno, il reparto di chirurgia ospiterà i primi pazienti Covid19, quelli non acuti ma stabilizzati.
Sull’argomento tante sono state le prese di posizione (anche sui social) da parte di associazioni, politici (soprattutto candidati alle ultime lezioni regionali), medici e semplici cittadini, divisi tra favorevoli e contrari.
I favorevoli sono convinti che la realizzazione del reparto Covid19, intanto serva ad alleggerire le strutture sanitarie sature eppoi rappresenti un’opportunità per il rilancio del presidio altrimenti a rischio smantellamento causa il trasferimento di personale dovuto sia alla cessazione di alcune attività che alla richiesta da parte di altre strutture.
I contrari, invece, sono convinti che, appena finita l’emergenza, la chirurgia (che è bene sottolineare, è attiva solo per interventi programmati) non aprirà più.
La questione, come spesso accade in questi casi, diventa anche politica ed è terreno di scontro tra le varie fazioni, soprattutto in un momento come questo quando mancano pochi mesi alle elezioni regionali ed un anno e mezzo a quelle comunali.
Come giusto che sia, ma abbiamo una nostra idea, Acri in rete non ha preso posizione e non ha espresso opinioni (anche perché si tratta di un argomento delicato e per il quale non siamo ben preparati), ha dato spazio a tutti (qualcuno ha rifiutato i nostri inviti) attraverso le dirette facebook e la pubblicazione di una serie di comunicati (anche se alcuni, in verità, non davano alcuno contributo alla discussione).
Abbiamo anche ricevuto (in privato) messaggi (insulti) di ex amministratori (per la verità nessuno se li ricorda perché sono stati improduttivi ed oggi ininfluenti) che ci invitavano a non pubblicare notizie riguardanti i lavori per la realizzazione del reparto Covid19 in quanto non vere (ma noi ci eravamo documentati), poi, però, quando gli interventi sono iniziati (sabato scorso), sono spariti dal dibattito.
Vigliacchi e cialtroni.
Con soddisfazione, sottolineiamo il fatto di aver reso la discussione più importante pubblicando l’ennesima esclusiva, ovvero la lettera di dimissioni del dott. Guzzo, oramai ex responsabile di chirurgia del Beato Angelo e primario allo spoke Corigliano Rossano (speriamo, quanto prima, di leggere o ascoltare anche la sua versione dei fatti).
Da qui, poi, altri importanti interventi, compreso quello del direttore sanitario facente funzioni del Beato Angelo, Cozzolino, dai quali abbiamo appreso importanti notizie ai più sconosciute.
Non è la prima volta che Acri in rete, per prima, solleva questioni, alle quali fanno seguito repliche che vengono pubblicate anche da testaste giornalistiche che delle suddette questioni non se ne sono occupate.
E per giunta senza citare chi per primo ha pubblicato la notizia.
Insomma, noi forniamo l’assist, altri proseguono nell’azione. Campano (anche in questo settore) di rendita e creano confusione tra i propri lettori.
E’ certamente un modo di fare informazione scorretto ed improvvisato.
Riportare repliche di un argomento che non è stato trattato è uno degli errori più gravi che possa fare un organo di stampa.
Del resto, non ci risulta che in città vi siano giornalisti professionisti, ovvero che abbiano seguito studi universitari specifici o che seguano corsi di formazione (come accade in altri ambiti professionali). Tuttavia, quello della comunicazione è un ruolo che in molti svolgono con passione, meticolosità e sacrifici pur trattandosi di un hobby o di una seconda occupazione.
Per altri, invece, rappresenta un impiego primario (non essendo riusciti, purtroppo, a trovare di meglio), forse anche sottopagato.
Un altro settore in cui i mediocri, convinti di essere i primi della classe, abbondano.

PUBBLICATO 06/12/2020 | © Riproduzione Riservata





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