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I poteri dell’ Eros nella filosofia. Terza ed ultima parte

Foto © Acri In Rete
Gaia Bafaro
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Platone si concentra sul concetto di Eros come composto da due importanti componenti: fisica e morale. Sulla componente fisica affermò nel Convito: “Chiunque voglia arrivare in fondo alla sua vera strada cominci da giovane a ricercare i veri corpi”. Ma si raccomanda di non fermarsi a questa strada e di non attardarsi in eccessive manifestazioni affettive, perché poi vengono l’età matura e la vecchiaia, con le loro diverse esigenze”. Per quanto riguarda l’omosessualità all’epoca di Platone Il rapporto veniva vissuto pedagogicamente. A differenza dell’amore eterosessuale, di livello più basso in quanto volto al piacere fisico e alla procreazione materiale, quello omosessuale era di più alto livello in quanto volto alla procreazione spirituale: vengono fecondate le anime per procreare nuove idee. Freud utilizza il termine “libido” per designare le pulsioni sessuali ed essa è la somma dei desideri umani , l’energia che ne scaturisce è orientata tutta verso la ricerca del piacere. Il filosofo teorizzo nel 1905 importanti e sconvolgenti teorie sulla sessualità infantile, l’eros viene presentato non più come istinto biologico per la conservazione della specie o bisogno di vitale ma come una pulsione o un’energia psichica che mira all’ottenimento del piacere. Il sesso non è più un atto che unisce due persone a livello genitale ma la teoria psicoanalitica porta così a descrivere nuovi scopi e nuovi oggetti sessuali, come pure nuove fonti pulsionali, non essendo genitali, questi scopi o oggetti sessuali vengono chiamati da Freud “progenitali” questo significa che non si punta né al coito né alla procreazione ma alla ricerca di sensazioni gradevoli poiché la fonte pulsionale può essere una parte del corpo diversa da quella genitale. Freud inoltre credeva fosse impossibile separare la sessualità dalla sfera psichica e impiega spesso il vocabolo “psicosessuale” legando somatico e psichico. Una personalità che fornì alla storia sugli stati della mente e delle perversioni fu il Marchese De Sade ( Parigi 1740),lo guidava il piacere senza limiti ed era estremista del libertinismo, (“Ciò che voi chiamate depravazione non è altro che lo stato naturale dell’uomo.”) Il suo nome è all’origine del termine sadismo, un abbinamento tra il piacere e il dolore, le sue opere contengono descrizioni esplicite e spesso ripetitive di stupri, incesti e di diverse perversioni sessuali, molte delle quali prevedono l’uso della violenza e trascendono i confini del possibile. Egli disdegnò la chiesa e sostenne l’ateismo e il rigetto di tutte le regole etiche e morali, essendo il piacere il principio più alto. De Sade ha sempre negato nei suoi scritti ogni forma di deismo oltre che il rifiuto di qualsiasi ordine precostituito, profetizzando un ritorno al naturalismo più assoluto, imprigionato dalla morale e dallo status quo. Il suo desiderio di liberare l’eros in maniera totale dalle catene della morale, che sia essa cristiana o civile, lo portò alla legittimazione delle sue violenze e del suo atteggiamento distruttivo. La vita e gli scritti di De Sade sono fonte di grande ispirazione per registi e cineasti ma furono anche spunto di riflessioni per Sigmund Freud il quale, come De Sade, riteneva che le motivazioni umane, come precedentemente accennato, scaturiscono da profonde pulsioni sessuali (Eros & Thanatos).Un aspetto interessante è quello dell’ “orgasmo difficile”, antitetico all’orgasmo normale, l’orgasmo ha valore di catarsi sia nel senso letterario di rasserenamento che in quello psicologico di soddisfacimento dopo la tensione, nel sadismo prolungare gli atti sessuali è “durata della catastrofe”, tempo concesso al cataclisma della vittima la cui sofferenza permane al parallelo soddisfacimento del vizio. Quindi mentre in un sistema teistico è concepibile la quiete immobile e produttiva, meta dello sforzo di superare l’agitazione esistenziale, nell’ateismo si sfocia in un accumulo di tensione, in uno stato d’allarme che aspira a farsi perenne e riesce solo ad essere lungo perché stabile e diluito : “Poiché non c’è dubbio che il dolore viene avvertito più vivamente del piacere, gli shock che avremo nell’aver procurato agli altri questa sensazione, imprimeranno una vibrazione più violenta, si ripercuoteranno più energicamente in noi, metteranno in circolo con più forza gli spiriti animali che, con la tendenza a determinarsi nelle regioni basse per il movimento di retrogradazione che è loro essenziale, interesseranno anche gli organi della voluttà e li disporranno al piacere.” Fine

PUBBLICATO 25/11/2020 | © Riproduzione Riservata





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