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Ospedale, il direttore sanitario Cozzolino verso le dimissioni?

Foto © Acri In Rete
Redazione
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Attraverso una mail, di cui non conosciamo i contenuti ma che, certamente, non sono teneri, Giacomo Cozzolino avrebbe comunicato all’Asp, al commissario Bettelini, le intenzioni di dimettersi da direttore sanitario del Beato Angelo.
Contattato, Cozzolino né smentisce né conferma.
Lo conosciamo molto bene e per questo ci sentiamo di scrivere che le sue eventuali dimissioni non sono legate a motivi personali ma, sicuramente, al sistema sanitario locale.
Sin dal suo insediamento, febbraio 2018, Cozzolino ha battuto i pugni sui vari tavoli per rivendicare i giusti diritti del presidio ospedaliero, del poliambulatorio e dei servizi sanitari territoriali.
Insomma, non è uno che si tira indietro se si tratta di alzare la voce.
Durante il periodo di lockdown è stato in prima linea, spesso nostro ospite nelle tantissime dirette facebook, per fornire informazioni riguardanti il Beato Angelo e sull’andamento della pandemia.
Ne approfittava per ribadire che il sistema sanitario calabrese mostra molte falle, ad iniziare dal commissariamento che dura oramai da quasi dieci anni.
Nel 2018 un acrese, per la prima volta, sedeva sulla poltrona più importante della struttura sanitaria, in precedenza occupata da De Paola e Di Donato.
Evidentemente le sue legittime richieste, non tutte, a favore del nosocomio e della comunità, non sono state accolte o accusano gravi ed ingiustificabili ritardi.
Molti servizi, infatti, del Beato Angelo funzionano a singhiozzo o sono stati soppressi e molte promesse fatte dai vertici dell’Asp, non sono andate in porto.
Potrebbero essere stati questi i motivi che indurrebbero a Cozzolino alle dimissioni.
In sostanza, o potenziate i servizi o mi faccio da parte, avrebbe scritto Cozzolino.
Del resto, ricoprire questi ruoli o quelli di sindaco e occuparsi di sanità è davvero un compito arduo.
Spesso non si sa con chi interfacciarsi visto che i vertici, ovvero chi deve assumere decisioni, cambiano in modo repentino.
Se a ciò si aggiungono le continue promesse fatte, e non mantenute, a livello provinciale, regionale e nazionale (le passerelle di politici e dirigenti, di cui scrivevamo qualche giorno fa), la situazione è tutt’altro che rosea.
In questo contesto gli operatori sono costretti a farsi da parte, a gettare la spugna, ad arrendersi.
Il tutto a sfavore dei cittadini a cui, spesso, viene negato l’articolo 32 della Costituzione.
Nelle prossime ore ne sapremo di più.

PUBBLICATO 27/10/2020 | © Riproduzione Riservata





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