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Il Quinto passo

Foto © Acri In Rete
Francesco Foggia
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A proposito dei “Quattro passi” (articolo a firma di Claudio Pettinari pubblicato su questa testata qualche giorno fa) per l’entroterra, mi permetterei di aggiungerne un quinto passo, basilare: la scelta dei rappresentanti istituzionali. Claudio Pettinari scrive che ora non siamo nemmeno in grado di fare il primo passo, facendoci rammentare che, nelle aree interne d’Italia (tipo il comune di Acri), fino agli anni 90 “eravamo autosufficienti, avevamo scuole, uffici, sanità, giustizia, lavoro. Il farmacista, il prete, il barbiere, il medico e il geometra anche nelle nostre piccole frazioni erano rappresentanti di una comunità silenziosa ma operosa, umile ma ricca in dignità.” L’analisi di Pettinari esonera, infatti, dalle loro responsabilità coloro che dagli anni ‘90, per interessi personali, hanno occupato il mondo politico con il pretesto del rinnovamento e col miraggio di anticipare sempre di più le vicende nel tempo. Purtroppo, questa nuova svolta “politica” ha imposto, in Italia, altri canoni sociali, altri ritmi, che hanno avuto come esito, purtroppo negativo, l’emarginazione delle comunità interne delle “colline armoniose e silenziose” (i picchi più devastanti sono stati raggiunti dalle comunità del Meridione d’Italia). Ora, per queste aree (soprattutto per quelle interne meridionali, come Acri), urge una vera classe politica che si faccia carico delle loro problematiche, incominciando ad attribuire valore a questi luoghi, alla loro natura, paesaggio, cultura, archeologia e a valorizzare la storia delle loro stesse comunità. Ci si riuscirà? Senz’altro, se si sceglieranno i rappresentanti istituzionali fra i cittadini permeati da questa tendenza politica e rifiutando quelli che mascherano bene le loro mire strumentali.

PUBBLICATO 18/06/2020 | © Riproduzione Riservata





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