Vittoria Scola, la donna tra fata e sirena


Gaia Bafaro

Oggi viaggeremo nel mondo dell’arte in compagnia della giovane pittrice crotonese Vittoria Scola.
Quella nei suoi dipinti è una realtà fantasy, carica di una forte valenza simbolica che rispecchia le varie sfaccettature della psiche e dell’animo femminile, in essi vengono rappresentate figure senza volto, eseguite con una minuziosa cura per l’anatomia umana pur essendo creature alate o dotate di pinne. Conosciamo meglio la pittrice per capire qual è il messaggio che i suoi quadri vogliono trasmetterci.
“Notando il mio talento artistico, mia madre mi iscrisse ad un corso sperimentale di pittura a soli sette anni e già all’epoca il mio soggetto preferito erano le farfalle, successivamente all’istituto d’arte mi concentrai sullo studio delle arti plastiche e pittoriche. Fu proprio durante questo periodo che rappresentai, avendola vista in sogno, la mia prima fata. Inizialmente in essa vedevo me stessa, mi sentivo come una splendida farfalla che aveva subito una profonda metamorfosi dopo essere stata un goffo bruco durante l’infanzia. Poi ci fu un’evoluzione, qualcosa in me mi spinse a ritrarre nei disegni successivi tutte le donne, da qui l’idea di figure prive di tratti somatici.” Le opere di Vittoria, sono eseguite tutte su sfondo nero poiché la fata è una manifestazione della luce e riesce a squarciare anche la più tetra oscurità, rispecchiando la forza d’animo che è innata e presente in ogni donna. “Le fate e le farfalle, sono la bellezza eterea ed universale, sono il lato del femminile spirituale, quello che incarna la libertà e la leggerezza, le mie creature alate sono delle bambine sognatrici, la luce. ” Come in ogni cosa, vi è una parte oscura e nascosta anche nella donna e, quindi, nei dipinti della Scola si fanno spazio le sirene, femme fatal che abitano gli abissi più profondi e opprimenti, sensuali tentatrici che cercano di condurre alla rovina gli uomini con il loro canto ammaliatore, (Ulisse nell’Odissea si lega all’albero della nave per non cedere alla magia delle perfide sirene ed essere condotto alla deriva). “Le sirene - dice Vittoria - sono la bellezza viziosa, nascono dalle mie paure come quella del buio in cui invece le donne marine vivono a proprio agio, tutti i personaggi da me dipinti sono buoni o cattivi e loro sono perfide e inaffidabili. Mentre le fate sono il femminile, le sirene presentano anche un lato maschile e calcolatore, visibile esteticamente nelle loro code (simbolo fallico). Entrambe le creature sono dotate di glitter e pietre attraverso le quali compiono le loro magie nel bene e nel male”. L’artista ci confida di dipingere ispirata da un percorso onirico e proprio per questo motivo sente di essere vicina alle opere di De Chirico cui immagini rappresentano attimi rubati al sogno. Mentre, per quanto riguarda la letteratura spiccano i richiami ad “Alice nel paese delle meraviglie” di Carroll per le immagini visionarie. Vittoria ha scritto anche una raccolta di poesie sulla potenza dei sentimenti e delle anime pubblicategli dalla casa editrice cosentina Erranti dal titolo “Nymphae Noctis”. Trovarsi di fronte alle opere della Scola è una esperienza molto emozionante, si può leggere in esse tutta la fragilità e la forza delle donne. La bellezza corporea delle figure è effimera, immortalata in posizioni sofferte, come in una continua metamorfosi,esse sono vittime del tempo inclementi, tuttavia, lo spirito è immortale e non sembra soffrire le pene della carne. S i scorge il loro tendere continuamente al cielo e al divino attraverso la rappresentazione di chiome fluttuanti che, come i rami di un albero, protendono al cielo, in una sorta di scambio energetico tra realtà. Come se la donna appartenesse a questo mondo ma non completamente, acquisendo la funzione di portale. Vi salutiamo con alcuni dei dipinti della pittrice, a noi di Acri in rete comunque, Vittoria ha dato l’impressione di aver reso viva la fanciulla cantata da Baudelaire nei Fiori del male nel suo “Inno alla bellezza”: “Vieni dal ciel profondo o l’abisso t’esprime bellezza?[…] Arcangelo o Sirena, vieni tu da Satana o da Dio, che importa se tu, o fata dagli occhi di velluto[…] rendi più dolce il mondo,meno triste il minuto?”. ![]() ![]() ![]() |
PUBBLICATO 31/05/2020 | © Riproduzione Riservata

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