Non solo Covid 19. Teatro, che farne?
Redazione
Da oltre due mesi si parla di Coronavirus e si mettono da parte le altre pur importanti questioni.
Nei giorni scorsi, sulla nostra pagina facebook, che ha raggiunto i 10mila mi piace, abbiamo chiesto ai nostri utenti-lettori, cosa ne pensano del costruendo teatro comunale di via Merolini. Sarà o meno utile? A noi piace fare i cronisti, raccontare quanto vediamo ed ascoltiamo, e dare voce ai cittadini, insomma più fatti meno opinioni ed editoriali, non ci riteniamo né presuntuosi né infallibili, non ci piace salire in cattedra, qui e sui social (lo facciamo al di fuori di questo contesto, avendo titoli e requisiti), accettiamo le critiche ma non lezioni di chi, soprattutto, senza arte e né parte e dopo anni ed anni di studi universitari, ha dovuto ripiegare, per poter sopravvivere, su lavori mortificanti, inutili, come la Erre delle Marlboro, e sottopagati, non perché non ci fossero opportunità di lavoro (il settore, di contro, offre molteplici possibilità), ma per propria inadeguatezza, inidoneità, ed incompetenza. Spesso, fortunatamente, le professionalità, le capacità e la preparazione risultano essere fondamentali per ricoprire fondamentali ruoli e non restare ai margini della società. Ritornando al nostro “sondaggio”, tanti i commenti, anche a sfondo ironico. Ve ne proponiamo alcuni (per gli altri vi rimandiamo alla nostra pagina social). Per Emilia Bifano, “un volta terminato potrebbe essere utilizzato come polo culturale per giovani”, per Valentina Belsito “se fosse stato costruito qualche metro più avanti avrebbe riparato la sua abitazione dal sempre presente vento”, per Maria Greco “si è trattato di sperpero di soldi assieme alla caserma”, Valentino Coschignano si chiede “se era necessario realizzare una struttura di 600 posti per un settore in forte crisi”, Gianfranco Pugliese “propone un museo da affiancare al già presente Maca”, Angelo Turano vedrebbe bene “una casa di riposo”, mentre Paolo Capitano “una casa circondariale”, per Albina Conforti “resterà un ammasso di cemento”, Fabrizio Ragusa “consiglia interventi per evitare l’ossidazione dei ferri di armatura”, infine Angelo Cofone si augura che “venga trasformato in una grande vasca di approvvigionamento visto che da quelle parti la mancanza di acqua è frequente.” I lavori iniziarono nel 2006/2007, amministrazione Elio Coschignano, dopo un bando di gara vinto dallo studio Mdu architetti, composto da Valerio Barberis, Alessandro Corradini, Marcello Marchesini, Cristiano Cosi e Michele Fiesoli che ha presentato il progetto dal titolo “Fiore di pietra” per un costo di circa 2milioni. Ad oggi i lavori sono in via di ultimazione dopo una serie di stop. E poi? I nostri sondaggi continuano. |
PUBBLICATO 20/04/2020 | © Riproduzione Riservata
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