OPINIONE Letto 5259  |    Stampa articolo

Frane e alluvioni. Il nuovo rapporto Ispra. Il 100% dei Comuni calabresi è a rischio

Foto © Acri In Rete
Roberto Saporito
condividi su Facebook


L’edizione 2018 del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia, pubblicato dall’Ispra, istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, (nella foto la mappa del rischio frana ed alluvione) fornisce il quadro di riferimento aggiornato sulla pericolosità per frane e alluvioni sull’intero territorio nazionale e sugli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali. L’Italia è uno dei paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi, con 620.808 frane che interessano un’area di 23.700 km2, pari al 7,9% del territorio nazionale. Circa un terzo del totale delle frane in Italia sono fenomeni a cinematismo rapido (crolli, colate rapide di fango e detrito), caratterizzati da velocità elevate, fino ad alcuni metri al secondo, e da elevata distruttività, spesso con gravi conseguenze in termini di perdita di vite umane. Altre tipologie di movimento (colate lente, frane complesse), caratterizzate da velocità moderate o lente, possono causare ingenti danni a centri abitati e infrastrutture lineari di comunicazione. I fattori più importanti per l’innesco delle frane sono le precipitazioni brevi e intense, quelle persistenti e i terremoti. La superficie complessiva, in Italia, delle aree a pericolosità da frana PAI e delle aree di attenzione è pari a 59.981 km2 (19,9% del territorio nazionale). Se prendiamo in considerazione le classi a maggiore pericolosità (elevata P3 e molto elevata P4), assoggettate ai vincoli di utilizzo del territorio più restrittivi, le aree ammontano a 25.410 km2, pari all’8,4% del territorio nazionale. La Toscana, Emilia-Romagna, Campania, Valle d'Aosta, Abruzzo, Lombardia, Sardegna e la Provincia Autonoma di Trento presentano le maggiori superfici a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4. Alluvioni. Nove Regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia- Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) hanno il 100% di comuni interessati da aree a pericolosità da frana P3 e P4 e/o idraulica P2; a queste si aggiungono la Provincia di Trento, l'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania e la Sicilia con percentuali maggiori del 90%. Popolazione a rischio frane. La popolazione a rischio frane in Italia residente nelle aree a pericolosità PAI elevata e molto elevata ammonta a 1.281.970 abitanti, pari al 2,2% del totale. Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Liguria hanno i valori più elevati di popolazione a rischio frane in aree P3 e P4. Famiglie a rischio frane. Le famiglie a rischio in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3+P4) sono 538.034 pari al 2,2% del totale. Le regioni con numero più elevato di famiglie a rischio frane in aree P3 e P4 sono Campania, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna. Edifici a rischio frane. Gli edifici a rischio in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3+P4) sono 550.723 pari al 3,8% del totale. Le regioni con numero più elevato di edifici a rischio frane in aree a pericolosità P3 e P4 sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Calabria. Industrie e servizi a rischio frane. Le unità locali di imprese a rischio in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3+P4) sono 82.948 pari all'1,7% del totale. Le regioni con numero più elevato di unità locali a rischio frane in aree a pericolosità P3 e P4 sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Beni Culturali a rischio frane. I Beni Culturali a rischio frane in Italia sono complessivamente 37.847 pari al 18,6% del totale. Il numero più elevato di Beni culturali a rischio frane in aree a pericolosità P3 e P4 si registra in Toscana, Marche, Emilia-Romagna, Campania e Liguria. Popolazione a rischio alluvioni. La popolazione residente esposta a rischio alluvioni in Italia è pari a: 2.062.475 abitanti (3,5%) nello scenario di pericolosità idraulica elevata P3, 6.183.364 abitanti (10,4%) nello scenario di pericolosità media P2, e 9.341.533 abitanti (15,7%) nello scenario P1(scarsa probabilità di alluvioni o scenari di eventi estremi). Famiglie a rischio alluvioni. Le famiglie a rischio alluvioni in Italia sono 2.648.499 (10,8%) nello scenario a pericolosità idraulica media P2. Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria presentano il numero più elevato di famiglie a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idraulica media. Edifici a rischio alluvioni. Gli edifici a rischio alluvioni in Italia sono 1.351.578 (9,3%) nello scenario a pericolosità idraulica media P2. Le Regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Piemonte presentano il numero più elevato di edifici a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idraulica media. Industrie e servizi a rischio alluvioni. Le unità locali di imprese esposte a rischio alluvioni in Italia sono 596.254 (12,4%) nello scenario a pericolosità idraulica media P2 con 2.306.229 addetti esposti (14%). Le Regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria presentano il numero più elevato di unità locali di imprese a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idraulica media. Beni Culturali a rischio alluvioni. I Beni culturali a rischio alluvioni in Italia sono 31.137 (15,3%) nello scenario di pericolosità idraulica media P2 e raggiungono i 39.426 beni (19,4%) nello scenario di pericolosità bassa P1. Il numero più elevato di Beni culturali a rischio nello scenario P2 si registra in Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e Toscana. Tra i comuni con più elevato numero di Beni culturali a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità media P2 figurano le città d'arte di Venezia, Ferrara, Firenze, Genova, Piacenza, Ravenna e Pisa. Per quanto ci riguarda da vicino, colpisce il fatto che tutti i comuni della regione sono esposti al rischio frana ed al rischio alluvione e che migliaia sono gli edifici a esposti al rischio frana. Quella che abbiamo pubblicato è una sintesi del Rapporto Ispra che si è basato sui dati provenienti dalle Autorità di bacino e dalle Regioni. In questo lavoro, un ruolo fondamentale lo hanno svolto i geologi, sentinelle del territorio, gli unici ad avere le competenze per conoscere il sottosuolo, la morfologia e l’evoluzione del territorio e, quindi, a portare avanti azioni di prevenzione.

PUBBLICATO 19/11/2019 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 434  
Obiettivo educazione ambientale e sostenibilità
Riprende anche per quest’anno scolastico 2024/2025 nel nostro comune.... ...
Leggi tutto

LA VOCE DI PI GRECO  |  LETTO 927  
Comunità in agonia e giovani smarriti
Lo smarrimento dei giovani è, forse, l' aspetto più dolente dell'agonia di una comunità che non è più tale. La... ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 557  
Che ve lo dico a fare!
Chi se li ricorda i bei tempi della campagna elettorale? Emozionanti. Tutta l’attenzione incentrata sulla possibilità di avere per la prima volta una donna alla guida del Paese. Una leader capace di d ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 855  
Acri: tra dinamiche e mutamenti
La Calabria, secondo le ultime stime, entro il 2033 perderà altri 100.000 residenti. Quando si affrontano temi delicati come lo spopolamento bisogna farlo prendendo in considerazione il processo in mo ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 494  
Nuovo coordinatore regionale di Orizzonti liberali in Calabria
L’Assemblea Regionale di “Orizzonti Liberali-Verso il Partito Liberal-Democratico”, si è conclusa il 16 novembre a Rende, segnando un importante passo per il movimento nella costruzione ...
Leggi tutto