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Piste ciclabili... della serie: a volte ritornano

Foto © Acri In Rete
Leonardo Marra
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E’ da qualche tempo che non mi cimento nell’espressione di un mio pensiero su queste pagine.
L’occasione di rompere il silenzio mi viene offerta dall’articolo del sig. Eugenio Scola (“Si può avere una spiegazione”) che ho letto con una certa attenzione condita da una punta di scetticismo.
Prima di esporre il mio pensiero vorrei pregare il sig. Eugenio, che peraltro non conosco personalmente, di non aversela a male se alcune mie affermazioni possano collidere con la sua suscettibilità.
In alcun modo nell’esporre quello che penso, c’è la volontà di offendere chicchessia, è solo la passione infusa in ciò che scrivo e penso che mi porta, a volte, ad essere un po’ “istintivo”.
Detto ciò, immagino che lei sig. Eugenio non abiti in maniera continuativa nella nostra cittadina, perché, da quanto afferma, nel primo rigo del suo intervento, si intuisce egli viva usualmente fuori dalla realtà acrese.
Non è la prima volta che leggo di qualcuno che pontifica sulla nostra realtà pur vivendo altrove. Non voglio essere cattivo; purtroppo un conto è leggere di Acri magari vivendo ad Helsinki, un conto e viverla Acri, con le sue contraddizioni e le sue difficoltà quotidiane.
Vede sig. Eugenio, io sono d’accordo quasi al 100% con alcune delle sue affermazioni, non su altre però. Per esempio sono assolutamente d’accordo quando afferma che “il risveglio di una comunità passa anche dalla partecipazione”. Nulla di più giusto.
Ma è anche probabile che il risveglio di una comunità passi prima di tutto dalla sua educazione.
Non mi riferisco soltanto alla educazione come sinonimo di preparazione alla civiltà, quanto a quella che si acquisisce con la cultura, quella educazione permeata di garbo, di correttezza, di preparazione e di sensibilità alle tematiche sociali quale, ad esempio, quella ambientale, tanto per rimanere nel tema da lei sollevato.
Vede, in un contesto sociale dove il cittadino, pur potendo fruire di un servizio che effettua la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, si limita a raccogliere tutto in un unico contenitore (busta nera condominiale) e chi s’è visto s’è visto, ignorando le basilari norme del vivere in comunità o peggio ancora preferisce scaricare i propri rifiuti ai bordi delle strade appena fuori dal paese o ancora chi, in possesso di camini o termocamini, incenerisce di tutto, dal laminato plastico al tavolone impregnato di olio lubrificante, contribuendo a rendere l’aria irrespirabile in taluni giorni d’inverno, in questo contesto, dicevo, ho delle forti perplessità su chi, come lei, si pone come obiettivo del miglioramento della vita quello della realizzazione/potenziamento delle piste ciclabili.
Fin dall’inizio, su queste pagine, ho criticato la scelta sciagurata di abbattere un viale alberato per far posto ad una pista ciclabile ed una pedonale che reputo di nessuna utilità per la collettività.
Ora lei suggerisce di potenziare queste piste in virtù di una fantomatica vocazione turistica che, francamente, ad Acri non ho visto nemmeno nei tempi del suo massimo splendore.
E comunque, pur volendo, considerando che in questo paese, per molti tratti, mancano perfino i marciapiedi, mi risulta alquanto difficile immaginare dove costruire le piste ciclabili, a meno di non utilizzare il metodo di piccoli tratti in determinate zone del paese (soluzione francamente ridicola).
D’altra parte, a meno che non ci si trovi, a mia insaputa, davanti ad una collettività di atleti del pedale, è abbastanza difficile immaginare i ragazzi del Liceo Scientifico arrancare per la salita dei Merolini a cavallo di una bici o quelli dell’Istituto Tecnico Commerciale (o come si chiama ora) affrontare la salita dei Cappuccini o la massaia che, come accade in altre zone della nostra Italia, si reca al supermercato in bici; il problema è che l’orografia del nostro territorio non è quella della Pianura Padana.
Ma forse quando si accenna alla “forte vocazione enogastronomica” si intende suggerire la costruzione di piste ciclabili che a partire dal centro cittadino colleghino tutti gli (ottimi) agroturismi del territorio concludendo il tour presso il Parco Varrise?
Ad averci il budget di Monaco di Baviera magari sarebbe auspicabile, ma così non è.
Tutto ciò, però, non può costituire un alibi per la collettività, non ci solleva dalla responsabilità di contribuire all’inquinamento del nostro pianeta (e non mi si venga a dire che il nostro contributo è minimo, poiché che tutti i minimi messi assieme, alla fine, costituiscono un massimo). Quando eravamo giovani ogni mattino ci recavamo a scuola (Liceo Scientifico) che a quei tempi era situata in un’ala del convento dei Cappuccini ed ogni giorno io affrontavo la salita (e la discesa) della “Costarella”; non c’era neve o gelo che tenesse, la scuola era sempre aperta e gli scivoloni sul ghiaccio erano la normalità.
Adesso i figli li accompagniamo (in auto) al portone della scuola e guai a fargli fare qualche decina di metri a piedi, andiamo a far spesa (in auto), anche se il supermercato è ad un centinaio di metri da casa.
Girovaghiamo senza meta (in auto) solo per il gusto di girovagare, perché non si ha altro da fare. E così, fra un giro e l’altro si decide di andar via da qui, di affrontare altre sfide che offrano almeno una parvenza di futuro, di lasciare biciclette ed improbabili piste ciclabili per scoprire altre realtà, altre piste ciclabili, depennando per sempre questa comunità dalle possibili scelte (come credo abbia fatto lei e tanti altri nostri concittadini).
Come lei sa, per salvare questa comunità dai tanti problemi che l’affiggono, non servono piste ciclabili, ci vorrebbe un miracolo o qualcuno dotato di lungimiranza ed idee attuabili e concrete (che poi è la stessa cosa).
Per ultimo sig. Eugenio, sorvolo sul suo suggerimento di permettere l’accesso al centro città mediante il pagamento di un pedaggio o sull’installazione di colonnine per la ricarica di auto elettriche perché a mio avviso sembra il suggerimento fornito da un marziano in visita ad un pianeta situato nella costellazione di Orione (insomma cose di altri mondi).
Questo è quasi tutto, per il futuro inviterei tutti coloro che abitano fuori dalla nostra collettività, a fornire consigli, sempre ben accetti, cercando, pero, di filtrarli attraverso il buon senso che non dovrebbe mai mancare in nessuno di noi.
Grazie, buona giornata e mi scusi per la franchezza.

PUBBLICATO 19/03/2019 | © Riproduzione Riservata





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