Scuola. I disagi dell'alberghiero e la difesa del liceo classico
Redazione
Un istituto alberghiero senza fornelli e laboratori non ha motivo di esistere. Giusto. Tutto parte da qui.
A distanza di tre mesi dall’inizio scolastico, scoppia la grana all’istituto alberghiero, afferente all’istituto professionale, diretto da Giuseppe Lupinacci. La vicenda è stata al centro di un partecipato incontro che si è tenuto al palazzo Falcone alla presenza dello stesso dirigente scolastico, del sindaco Capalbo, del responsabile dell’edilizia scolastica della Provincia, Caravetta, di docenti, alunni e genitori. Presenti anche docenti, alunni e genitori in rappresentanza del liceo classico e più avanti scriveremo il perché. L’istituto alberghiero, che è bene dirlo, cade sotto la giurisdizione della Provincia, nasce nell’anno scolastico 2016/2017 e trova posto in alcuni spazi dell’ex tribunale, a ridosso dell’Inps e degli uffici del Giudice di pace. Il nuovo percorso scolastico cattura l’attenzione di studenti acresi ma anche di quelli provenienti dai centri limitrofi ed oggi conta oltre cento alunni spalmati su due prime, due seconde e tre terze e pare sia cresciuto a discapito degli altri istituti. Vediamo le singole posizioni; il dirigente Lupinacci si è detto preoccupato per la mancanza di aule per laboratori e cucine per una scuola in crescita ed ha minacciato di non aprire le iscrizioni per l’anno scolastico 2019/2020 (da ricordare che le preiscrizioni scadono il prossimo 30 gennaio). Lupinacci, insomma, chiede più spazi. Il sindaco Capalbo, presente sebbene la questione dovrebbe essere affrontata solo da Ipsia e Provincia, è stato chiaro; Inps e Giudice di pace, due importanti servizi per una città ed una comunità depauperate di altri uffici nel corso degli ultimi anni, non si toccano anche perché il Comune, al momento, non ha edifici disponibili. Il primo cittadino ha anche detto che è possibile una soluzione “interna” visto che l’Ipsia può contare su numerose aule e laboratori. In assenza di soluzioni, ha aggiunto, l’alberghiero potrebbe trovare posto all’ex scuola di Padia appena questa sarà ristrutturata, ovvero tra un paio di anni. Sarebbe un bel colpo anche per il centro storico. Ci sarebbe, poi, un’altra soluzione; stipulare una convenzione con un ristorante del luogo dove gli stutenti possano esercitarsi. Il tutto a spese della Provincia. Infine, la posizione della Provincia; Caravetta ha fatto intendere che la Provincia deciderà solo in base alle prossime iscrizioni. Ciò vuol dire che già nel prossimo mese di febbraio si avranno le idee chiare su quale istituto possiede più o meno aule in virtù dei nuovi iscritti. L’alberghiero, insomma, potrebbe trovare posto in quell’istituto che abbia fatto registrare un calo degli iscritti e che, quindi, ha spazi a disposizione. A tal riguardo arriva la presa di posizione del Coordinamento docenti e studenti del liceo classico Julia. “Un no duro e deciso a ogni ipotesi di razionalizzazione degli spazi destinati all’edilizia scolastica a spese del liceo classico, si legge in una nota, insinuata, sussurrata, detta tra le righe, ma mai espressa a chiare lettere, forse per pudore e intima consapevolezza della scelleratezza dell’operazione, sembra questa la soluzione che si prospetta per garantire la crescita dell’indirizzo alberghiero. Sacrificare una scuola dalla nobile e indiscussa tradizione per garantire l’installazione dei laboratori professionalizzanti di cucina. L’alberghiero è sicuramente una scuola che arricchisce l’offerta culturale della nostra cittadina, che ha una spiccata vocazione gastronomica ed enologica, ma Acri è stata e continua ad essere anche culla di santi di martiri e poeti, per citare un famoso verso dell’illustre intellettuale a cui il liceo classico è intitolato. Un liceo che ha alle spalle un cinquantennio di prestigiosa storia e che è stato fucina di intellettuali di grande calibro e dei tanti professionisti che oggi occupano posizioni di rilievo nella nostra comunità, non ultimi il sindaco in carica, Pino Capalbo e lo stesso dirigente dell’ Ipsia, Giuseppe Lupinacci. Ecco, mortificare e sacrificare un indirizzo, quello classico, in lenta ma inesorabile ripresa, per fare spazio ad altri rispettabilissimi indirizzi, è operazione che denota una inspiegabile miopia nelle politiche culturali a lungo termine. E che la dice lunga sul triste futuro che si prospetta per una città che uno dietro l’altro va perdendo importanti servizi e istituzioni. Una emarginazione, anche fisica, del liceo rappresenta, per Acri, il colpo di grazia. E che sarebbe il nefando epilogo per una scuola che, sebbene riconsegnata pochi anni fa ai legittimi proprietari, non dispone ancora di spazi indispensabili per garantire un pieno diritto allo studio, non essendo stati resi agibili le aule destinate ai laboratori, la palestra e l’auditorium e versando in deplorevoli condizioni di abbandono anche i cortili esterni che potrebbero essere sfruttati per le attività di educazione fisica all’aperto. Diciamo no all’anestesia culturale e difendiamo tutti, con ogni mezzo, il liceo classico “Julia”. |
PUBBLICATO 18/11/2018 | © Riproduzione Riservata
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