Dal 02.09.2018 Acri è ancora più povera


Pino Capalbo

Riteniamo come Amministrazione e Consiglio comunale tutto, di interpretare il comune sentimento di profonda commozione della cittadinanza acrese, per la scomparsa di Nicola Fusaro, reduce della seconda guerra mondiale, consigliere comunale, durante la sindacatura del sen. Spezzano, Presidente, ad Acri, dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra dal dopoguerra ad oggi, insignito nel 1999 dal Presidente delle Repubblica Italiana Ciampi, del titolo di Cavaliere della Repubblica e successivamente, nel 2013, del Titolo di Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, dal Presidente della Repubblica Napolitano.
Ogni anno, nonostante la sua età, con l’approssimarsi delle celebrazioni del 25 Aprile e del 4 Novembre,gli occhi di questo grande uomo, esempio di moderazione e di onesta, si ravvivavano di una luce diversa, più intensa, poiché in queste date da oltre 70 anni, ai piedi del monumento eretto ad Acri, in onore dei caduti di guerra, alla presenza dei rappresentanti delle varie amministrazioni comunali, delle forze dell’ordine, di scolaresche e cittadini, commemorava, pubblicamente e solennemente le gesta di coloro che avevano rinunciato alla propria vita in favore della Patria, per affermare e rinsaldare soprattutto nelle nuove generazioni, alle quali guardava insistentemente, i valori fondanti della Costituzione italiana, il valore della pace e il ripudio della guerra in ogni sua manifestazione, raccontando l’orrore e la degenerazione di ogni forma di divisione. Ribadendo con determinazione e instancabile convinzione la difesa strenua della democrazia. Persona perbene, questo è il comune sentimento di noi tutti, chi lo ha invece conosciuto più da vicino lo racconta come una persona mossa da una forte convinzione, l’etica della convinzione che, “la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”, avendone appunto, vissuto in prima persona l’orrore e conservando sul suo corpo le ferite. Persona moderata anche nella sua attività politica, mai fuori luogo, era instancabile difensore dei valori del dialogo e del confronto. Oggi possiamo affermare, senza alcun dubbio, che siamo tutti più poveri, un pezzo significativo della storia del nostro paese ci ha lasciato. Mi chiedo davvero se sapremo continuare su questa strada. Nel ricordare la figura del Cavaliere Fusaro, sono assalito dal dubbio se per il futuro saremo all’altezza di interpretare e portare avanti i suoi insegnamenti. Questo paese, un paese senza memoria, sta andando male prima di tutto eticamente: cerchiamo in questo tempo di mettere a profitto la sua lezione. Restiamo fedeli a questa etica, percorriamo questa strada. Allora la vita che Nicola Fusaro ha ben speso, risulterà ben spesa anche per tutti noi. |
PUBBLICATO 04/09/2018 | © Riproduzione Riservata

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