La morigeratezza come mordente!
Michele Ferraro
Passeggiando per la città di Acri salta subito all’occhio, anche dei più distratti, la presenza di copiose attività designate al gioco d’azzardo e di Compro oro. Tabacchini, sale scommesse quando sono frequentati anche da giovani il fenomeno inizia ad essere preoccupante.
Affidarsi alla fortuna è una delle tante facce della crisi economica. Questi esempi dovrebbero farci riflettere sui paradossi della crisi, con negozi che chiudono da un lato e l’apertura di sale gioco e centri scommesse dall’altro, dove le stesse persone che in molti casi fanno fatica ad arrivare alla fine del mese tentano la fortuna nella speranza di un guadagno facile. La prima fase della crisi ha visto chiudere negozi tradizionali, rimpiazzati da altri negozi tradizionali. Di sicuro, in un primo momento, abbiamo visto soccombere soprattutto il settore alimentare a conduzione familiare. Ora i settori che rimpiazzano i negozi che chiudono sono, appunto, le scommesse, i Compro oro e così muta l’immagine di intere piazze, intere vie. Nell’ultimo consiglio comunale tra i vari punti all’ordine del giorno si è discusso anche di attività commerciali e su quegl’interventi utili per fronteggiare la questione crisi. Il tempo dedicato è stato ragionevolmente adeguato per trattare il tema, dove vi è stato modo di far emergere proposte volte alla riduzione della TARI, altrettanto quello di considerare una possibile riapertura della zona pedonale durante le giornate feriali. Misure reputate opportune per rialzare quel numero importante di saracinesche abbassate. Mi sorprende nella discussione non siano state palesate altre concause come questa citata ed ancora di un’analisi dell’ offerta commerciale, utile ad ampliare il dibattimento rendendolo un po’ più esaustivo. Con questo articolo vorrei esternare una serie di domande che restano senza risposta: come mai in un momento di crisi economica, queste attività proliferano? Come è possibile il sorgere di queste attività vicino a luoghi sensibili a persone vulnerabili come anziani e bambini? Chi deve controllare tutto questo? La politica locale dovrebbe interrogarsi con responsabilità su questi aspetti sociali portando anche i temi scomodi in sede di dibattimento. Nessuno chiede di adottare una linea proibizionista, anche perché non aiuterebbe ad arginare il problema, ma di certo si può contrastare l’aumento di queste attività cercando di ridurle in modo significativo, limitando l’offerta di gioco pubblico. Sarebbe auspicabile, per esempio, un regolamento che stabilisce anche una distanza adeguata dai luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture sanitarie o sociosanitarie e dedicate a categorie protette, e luoghi di aggregazione giovanili. Giornalisti locali si sono espressi in merito con la pubblicazione dei dati relativi al 2016, evidenziando la considerevole spesa di 9 mln di euro giocati ad Acri, con un incremento dell’8% rispetto al 2015. I dati significativi mettono in luce uno dei tanti spetti non giovevoli all’andamento virtuoso di una comunità che si presenta in sofferenza. Bisogna abbandonare la logica dell’urgenza cercando di perseguire la strada della prevenzione. Non bisogna aspettare passivamente che le cose accadono per poi intervenire , ma la prevenzione dovrebbe divenire priorità se si vuole essere una città altra. Resto convinto, il dovere del cittadino è quello di esternare opinioni per tenere alto il senso di partecipazione, ma è ancora più apprezzabile la politica tutta, l’ amministrazione corrente, nonché quelle future, mostrino particolare attenzione verso quegli atteggiamenti sociali volti alla deriva, cercando di studiare ed intervenendo nella misura sempre più specifica, opportuna ed adeguata per dare risposta a quella visione ancora assente. Il ruolo di un genitore è un ruolo assai difficile. Un genitore non è mai pronto nonostante i riferimenti e gli esempi che ha ricevuto dal passato, egli sa che deve trovare soluzioni altre per adeguarsi al proprio tempo. Chi amministra ha questa responsabilità e penso sia doveroso tratti la sua famiglia nella misura più giusta. Alla città occorrono aggiustamenti ed iniziative volti a riprogettare quella vivibilità sostenibile e che trova le basi nell’importanza di città quale vogliamo essere. Per il bene della città occorre si protegga, sì la sua identità, sì i suoi valori, ma con modernità, cercando in modo costante e continuativo di migliorare la qualità della vita, ridimensionando quelle scelte che ci detta la tendenza, anch’essa soggetta a repentine evoluzioni e che gioverebbero solo per un paio di lustri. |
PUBBLICATO 13/06/2018 | © Riproduzione Riservata
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