Frane e crolli sulla Acri-Serricella. Cause e soluzioni, c’e’ un progetto di messa in sicurezza


Roberto Saporito

Ancora una volta gli organi preposti sono stati costretti a interdire al traffico la strada comunale Acri-Serricella.
Non è la prima volta, non sarà l'ultima. La trafficata arteria collega il centro urbano con Serricella, una delle frazioni più popolate. Nella giornata di martedì, il sindaco Capalbo, dopo un sopralluogo con tecnici comunali e con il responsabile della Prociv Calabria, Tansi, e considerato che la zona era interessata da un’allerta idraulica e idrogeologica “gialla”, decide di emettere l’ordinanza. Una scelta non facile visto che i tantissimi utenti sono costretti a percorrere la comunale Serricella-Croce di Baffi-Mucone e poi la ss660 per raggiungere il centro urbano. Ma la sicurezza e l’incolumità vengono prima di ogni cosa. Sulla strada, difatti, si sono verificati una serie di crolli (non smottamenti o frane come impropriamente scritto e detto), di rocce di piccole e medie dimensioni (blocchi di graniti e scisti alterati e fratturati), in prossimità della centrale Enel. In questa area la strada presenta le maggiori criticità per via di versanti alti anche 50 metri e con elevata pendenza sui cui poggiano rocce pronti a venire in giù in occasione di piogge ma anche di lievi e modesti eventi sismici mettendo così a serio rischio l'incolumità dei passanti. L’ordinanza (non rispettata da tutti), è stata opportuna. Ma è tutta l'arteria, lunga circa dieci chilometri e con molti tornanti, ad essere in condizioni precarie. Essa fa parte di un’area instabile, a rischio R3 ed R4, sia idraulico, per la presenza del fiume Mucone, che frana, per alcuni versanti molto ripidi. In molti tratti è molto stretta, è carente di guarda rail, cunette e reti di protezione, e molti versanti, sia a monte che a valle, sono instabili. Nel 2012 la giunta Trematerra era riuscita a far rientrare la strada in una delibera Cipe. Ben 30 milioni (spariti all’indomani della campagna elettorale delle comunali 2013) per la messa in sicurezza. Il progetto è stato regolarmente depositato presso la Regione ed il Comune nel maggio 2013. Prevede l'ammodernamento della strada con l'allargamento di alcuni tornanti e la realizzazione di un viadotto nei pressi della centrale Enel, la messa in sicurezza di tutti i versanti in frana, la realizzazione di opere di sostegno come muri, reti, barriere paramassi, gabbioni e la canalizzazione delle acque. Insomma una serie di interventi per rendere più sicura e funzionale la strada spesso teatro di incidenti molto gravi. L'obiettivo era anche quello di avvicinare le due zone e impedire l'esodo dei lamuconesi verso altre aree. E’ chiaro che, oggi, mettere in sicurezza l’intera strada sarebbe troppo oneroso, ma approfittando dei fondi statali riservati al dissesto idrogeologico, alcuni tratti, quelli più pericolosi, potrebbero essere bonificati. Siamo certi che il sindaco Capalbo avrà già contattato Oliverio e Tansi. |
PUBBLICATO 16/02/2018 | © Riproduzione Riservata

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