A proposito di acconti idrici 2017
Leonardo Marra
Ve lo ricordate il ragioniere Ugo Fantozzi? Il personaggio di Paolo Villaggio continuamente vessato da tutti i colleghi in ogni circostanza?
Quello che circondato da faldoni di documenti era l’unico a dare una parvenza di operosità ad un ufficio nel quale erano tutti “in tutt’altre faccende affaccendati”? Quello che condannato dalla sua rassegnazione ad una sorta di impotenza verso i soprusi, veniva apostrofato come “merdaccia”? Bene! Oggi (05/01/2018) dopo aver fatto visita agli uffici comunali per chiarimenti su una fattura relativa al consumo idrico, io ed altre decine di persone ci siamo sentiti proprio come Fantozzi: impotenti. Per carità, le persone agli sportelli sono estremamente disponibili e gentili, nonostante il comprensibile stress dato dal dover fornire a tutti la medesima spiegazione (per nulla convincente) e dal dover discutere con persone giustamente imbestialite, ma la sensazione dell’ingiustizia da sopportare, nonostante le spiegazioni, era troppo forte. I fatti: in questi giorni, come sappiamo, vengono recapitate le fatture relative all’acconto dei consumi idrici del 2017. Fin qui nulla di strano; legittima richiesta per un servizio erogato al cittadino (anche se, paradossalmente, interi quartieri continuano ad essere afflitti dalla penuria d’acqua). Il problema è che, come riportato in fattura, ci si aspetterebbe di pagare il consumo effettuato nel 2017 e soprattutto se di acconto debba trattarsi, che sia un acconto equo e non del 95%. Purtroppo nella quasi totalità delle fatture recapitate viene esposto un consumo idrico mai effettuato che a in alcuni casi supera anche del doppio quello effettivamente erogato. Gli incolpevoli addetti allo sportello continuavano a ripetere, come una nenia imparata a memoria, che nonostante la fattura riporti le date di inizio e fine fatturazione (01/01/2017 – 31/12/2017) queste debbano ritenersi approssimative dato che le letture vengono effettuate in diversi periodi dell’anno e che il sistema informatico non permette di imputare le corrette date di addebito. Già! A quanto pare ancora una volta il colpevole è il sistema informatico (se è così, qualcuno avrà deciso di adottare questo sistema, allora delle due l’una: o si tratta di incompetenza o di dolo, in entrambe i casi non dovrebbe essere il cittadino a pagarne le conseguenze). Dunque, secondo queste spiegazioni, se la lettura del contatore viene effettuata il 30 settembre 2017, questa data ed il relativo consumo vengono considerati come effettuati dal 1 gennaio 2017 per cui, se si presume che si consumino 100 metri cubi, dato che la reale lettura è stata effettuata in settembre, ci troveremo ad anticipare anche i consumi del 2018. A parte l’illiceità e la superficialità di tale comportamento, nel quale, a mio parere (ma non sono un legale), potrebbero probabilmente ravvisarsi dei risvolti penali dato che trattasi di fattura riportante dati non veritieri (lettura effettuata in ottobre e esposta in bolletta come retroattivamente effettuata il 1 gennaio), l’aspetto che altera il normale comportamento civile dei cittadini è che si chiede il pagamento di un qualcosa che potrebbe non essere consumato. Oggi ci si ritrova a dover pagare, a costi aumentati del 40% rispetto allo scorso anno, una quantità d’acqua che non si sa se verrà consumata; se domani andassi via da Acri, mi ritroverei ad aver pagato una quantità d’acqua che non consumerò mai. Ora, quando uscendo dagli uffici del Comune dopo una spiegazione per nulla soddisfacente, ci si arrende all’evidenza dell’impossibilità di cavare sangue da una rapa, comprenderete che la sensazione è quella di essere considerati alla stregua del povero Fantozzi: una merdaccia. Fra tutte le persone in attesa serpeggiavano in maniera più o meno velata domande del tipo: “Dove sono andati i buoni propositi della vigilia elettorale, quando si diceva che i cittadini non dovevano pagare per gli errori commessi dai cattivi amministratori? Adesso non solo si aumentano i tributi, cosa alla quale ormai eravamo rassegnati, ma si pretende che si paghi anche più del dovuto”. Allora, come mia pessima(?) abitudine, non mi sono accontentato delle spiegazioni allo sportello ed ho cercato di approfondire l’aspetto tecnico-politico con l’Assessore al bilancio. Devo dire che la disponibilità a discutere del problema da parte non solo dell’Assessore con delega ai tributi Viteritti, ma anche del Sindaco Capalbo è stata sorprendente. Nei venti minuti di colloquio hanno concordato, che quanto esposto loro, rappresentasse una anomalia, ma allo stesso tempo hanno evidenziato la difficoltà a gestire in maniera immediata un problema che si trascina ormai da diversi anni e della cui soluzione stanno discutendo in questi giorni. Non ci sono state prese di posizioni aprioristiche, ed ho notato un sincero rammarico per quanto sta avvenendo oltre alla volontà di risolvere il problema. Il Sindaco ha sottolineato l’impossibilità di fare determinati investimenti data la situazione di dissesto nella quale versa il Comune e dei cavilli burocratici ai quali non si sottrae nemmeno l’apparato pubblico. In parole povere, per sanare la situazione idrica occorrerebbero dei lavori alla rete (nonché controlli a tappeto atti a reprimere l’alta evasione sul territorio), ma per questi non ci sono i fondi ed i fondi non si possono reperire a causa del dissesto in cui versa il comune per il quale occorre alzare imposte e tributi locali. Insomma a conti fatti un cane che si morde la coda. (A proposito, tanto per capirci, quanti di noi sarebbero disposti a redarguire e segnalare il vicino di casa che si allaccia abusivamente alla rete idrica e che magari usa gratuitamente l’acqua per scopi irrigui? A parole tanti, ma nella realtà tutti ci facciamo i cazzetti nostri salvo poi lamentarci che pagano solo i fessi.) Una delle cause della lettura differita dei contatori pare sia la mancanza di personale che non permette di effettuarla su tutto il territorio in un tempo accettabile (un mese). Per questo motivo, alla fine dell’incontro, come è consuetudine in ogni democrazia, mi sono permesso di suggerire al Sindaco ed all’Assessore una tra le tante possibili soluzioni che potrebbe in futuro portare ad una gestione più soddisfacente dei tributi nel settore idrico senza oneri aggiuntivi per il Comune. Una soluzione che, se applicata porterebbe ogni cittadino a pagare il dovuto, evitando, al contempo, che possano esserci delle false letture da parte di qualcuno che pensa di essere più furbo degli altri. Non anticipo nulla, ma gli amministratori hanno ascoltato con interesse la proposta e si sono ripromessi di valutarla con attenzione. Speriamo bene! |
PUBBLICATO 06/01/2018 | © Riproduzione Riservata
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