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Lettera al Sindaco... e non solo

Foto © Acri In Rete
Leonardo Marra
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Sono stato molto indeciso sull'opportunità di replicare a quanto riportato all’interno dell’articolo “Ordinanza n.25/2017, il sindaco fa chiarezza” a firma del Primo Cittadino Pino Capalbo, perché mi sembrava inopportuno continuare la discussione. Alla fine anche solo per una questione di onestà intellettuale ho deciso di chiarire ulteriormente il mio pensiero.

Egr. Sig. Sindaco,
prendo atto con piacere che, rappresentando la Sua sensibilità verso i problemi della comunità, Lei abbia risposto in prima persona ai chiarimenti da più parti sollecitati; cosa alla quale non eravamo abituati. Segno di un cambiamento dei tempi? Me lo auguro.
Purtroppo a latere di questa nota beneaugurale e della sensibilità da Lei dimostrata, non posso non rilevare la leggera deriva polemica nel suo articolo, quando afferma che ci sono state: “reazioni del tutto fuorvianti rispetto alla reale entità della situazione, in alcuni casi tendenti addirittura al mero allarmismo” e poi: “questo temo dispiacerà ai teorici della sapienza infusa che tanto si stanno impegnando in questi giorni” ed ancora, in conclusione dell’intervento: “augurandomi che tali chiarimenti possano… scoraggiare coloro i quali, purtroppo, continuano a sottovalutare la sensibilità collettiva con allarmi sociali inappropriati e fuori luogo”.
Non sapendo a quali reazioni Ella si riferisca, ed avendo io pubblicato, su questo giornale online, una opinione in merito, mi sento, per certi aspetti, chiamato in causa e desidererei chiarire, se me lo consente, il mio punto di vista.
Intanto vorrei complimentarmi per la lotta agli sprechi, che ci comunica essere in atto in questi giorni, nonché per la campagna di sensibilizzazione ad un uso più razionale ed accorto di questo prezioso bene che è l’acqua, oltre che per i controlli e le sanzioni comminate a chi, da classico “furbetto italiano” ha, fino ad ora, usufruito di un bene così prezioso per gli usi più disparati ed impropri (a volte addirittura gratis). Era ora! Spero che, passata la crisi, si continui su questa linea di rigore.
In secondo luogo mi rendo conto della mole di responsabilità impreviste (oltre a quelle già politicamente preventivate) che sono piombate addosso alla Sua Amministrazione, poiché sarebbe stato impossibile prevedere una estate così siccitosa e le conseguenze che questa sta portando con sé (mi riferisco non solo alla penuria d’acqua, ma anche alla devastazione del territorio da parte dei numerosi incendi che ne hanno sconvolto l’assetto paesaggistico e naturalistico, oltre alle conseguenze in termini di assetto idrogeologico che ne potrebbero conseguire). Ognuna di queste calamità sarebbe già sufficiente, di per sé, a creare il panico tra gli addetti ai lavori, per questo credo di poter comprendere e giustificare il tono lievemente polemico all’interno del Suo articolo. Purtuttavia, una persona come Lei, sempre a contatto con i concittadini, immagino sia a conoscenza delle perplessità suscitate dall’ordinanza n. 25/2017. Il sottoscritto, per quanto lo riguarda, dopo aver effettuato una ricerca atta a capire se tali perplessità fossero o meno giustificate, ha semplicemente pubblicato il risultato, a beneficio di coloro i quali avessero voluto prenderne atto ed eventualmente approfondire o fornire chiari menti.
Per questo motivo, considerare questo comportamento “allarmismo inappropriato e fuori luogo” mi amareggia, perché immagino che anche Lei, da persona accorta quale è, si sia posto il problema della salute della comunità prima di emanare l’ordinanza.
Per quanto riguarda le mie osservazioni su quest'ultima, l'appunto non era tanto sulla forma ("vieta" piuttosto che "sconsiglia") quanto sull'opportunità di fornire ulteriori ragguagli in modo da dare al cittadino una consapevolezza informata sulle scelte effettuate dall'Amministrazione.
C'è poi il discorso sulle acque minerali. La legislazione italiana, facendo propria una direttiva Comunitaria Europea, fissa dei parametri di tolleranza diversi per le acque potabili (di rubinetto) e per le acque minerali.
Infatti, immaginando, probabilmente, che il consumo di queste ultime fosse di molto inferiore a quella del rubinetto (anche se ormai non è più così), e dunque l’eventuale danno all’organismo potesse essere scongiurato dal suo minore utilizzo, i parametri fissati per le due tipologie sono, a volte, molto differenti, stabilendo nelle acque minerali (non a caso si chiamano così) un più alto contenuto di minerali e metalli rispetto alle acque potabili. Vedi tabella1
Per i fluoruri, ad esempio, la CE fissa una soglia massima di 1,5 microgrammi per litro nelle acque potabili e di ben 5 microgrammi per litro per le acque minerali (anche se l’OMS fissa un unico valore di 1,5 microgrammi/litro).
Tuttavia, nonostante il “permissivismo” della legge, i fluoruri presenti nelle acque dei nostri supermercati, per la gran parte dei casi, non superano< la soglia degli 1,5 microgrammi per litro anzi, alcune acque ne presentano solo tracce. Vedi tabella 2 (analisi effettuate su 32 campioni di acque minerali dal British Geological Survey in Gran Bretagna), oppure l’articolo completo qui.
Questo non deve indurci a pensare che le acque minerali siano un toccasana poiché, considerando che l’attuale legislazione non impone di indicare in etichetta tutte le componenti, molte aziende si limitano ad indicare le informazioni indispensabili, tacendone altre che potrebbero “creare imbarazzo”.
Per ultimo, non posso che prendere atto di quanto da Lei affermato circa l’esiguità della portata attuale della sorgente nei pressi della galleria sulla 660 e della volontà di considerare prioritario il problema della mappatura del sistema idrico ed il riammodernamento dello stesso; problema sbandierato nei decenni, ma mai organicamente affrontato e, meno che meno, risolto.
In conclusione, immaginando che il mio punto di vista, come quello di qualsiasi altra persona, su alcuni aspetti delle problematiche della Comunità, possa essere, a volte, discordante dal Suo, mi preme ribadire che l’unico intento nell’evidenziare, eventualmente, queste discordanze sarà sempre finalizzato a suscitare un confronto tra tutti coloro i quali vorranno approcciare le problematiche con animo costruttivo e rispettoso della personalità, della individualità e del ruolo di ognuno dei soggetti coinvolti, siano essi “primi” o “secondi” cittadini, accantonando altri intenti che mal si addicono ad essere utilizzati come grimaldelli con cui strumentalizzare problemi di tale portata.
Tanto mi premeva.
Cordiali saluti e un augurio di buon lavoro

P.S. Considerando che si tratta di salute pubblica, per quanti volessero farsi una visione più completa, suggerisco anche la lettura di questo articolo pubblicato da Sorical il 16/08/2017.

PUBBLICATO 24/08/2017 | © Riproduzione Riservata





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