Acqua potabile? No! Acqua in deroga
Leonardo Marra
Qualche anno fa, casualmente, durante il completamento della ormai “mitologica” galleria sulla 660, ebbi modo di fare una chiacchierata con un signore che lavorava in quel cantiere. Nel corso della chiacchierata mi raccontò che, durante gli scavi, era stata intercettata una falda acquifera con una portata consistente. I lavori in quel frangente erano stati interrotti per comprendere come comportarsi e soprattutto cosa fare di quella enorme quantità d’acqua. Quel signore era così infervorato nell’illustrarmi la situazione che già solo dal suo coinvolgimento emotivo si comprendeva quale ne fosse l’entità, giacché lui lo definiva un “fiume d’acqua”. Il tizio mi disse pure che erano state interpellate tutte le autorità atte a disporre una qualche soluzione, ma nessuna aveva dato il benché minimo cenno di interessamento, al che si era proceduto ad andare avanti con i lavori facendo in modo che l’acqua non danneggiasse la struttura. Purtroppo allo stesso tempo la stessa rimaneva inutilizzata e si disperdeva.
Ovviamente, vista l’impossibilità di accedere alla galleria in questione, non ho riscontri a questa storia se non le parole del signore in questione che peraltro non ho mai più rivisto. Un fatto però potrebbe avvalorare questa vicenda: sembrerebbe che in seguito al perforamento della collina, alcuni pozzi privati sovrastanti la galleria in questione si siano prosciugati. E probabile che l’acqua fosse stata intercettata dagli scavi? Le mie informazioni in merito sono scarse ed assolutamente inadeguate per formulare ipotesi. Ma se così fosse, una delle conseguenza del menefreghismo di allora è la penuria d’acqua di questi giorni, con la conseguente captazione da “pozzi integrativi” ed aumento dei parametri di concentrazione di fluoruro nell’acqua. Inoltre, qualora le affermazioni del signore con cui ebbi la chiacchierata fossero veritiere, più d’una persona, in questo momento, dovrebbe, per lo meno, vergognarsi, anche se, al punto in cui siamo arrivati, credo che la vergogna sia come il pannolino dei neonati: per quanto possa puzzare, basta cambiarlo e si ritorna sorridenti come se la merda non fosse mai esistita. Ritornando al discorso sull’aumento del limite legale di concentrazione del fluoruro nelle acque potabili, io credo che, seppur per un periodo limitato, questo sia un discorso abbastanza pericoloso. La potabilità delle acque non dovrebbe essere modificata a seconda delle necessità del momento. Un limite massimo è un limite massimo, non un limite massimo relativo. Se per legge stabilisco che la tolleranza dell’organismo è al massimo di 1,5 microgrammi per litro, aumentarla a 2,5 (quasi il doppio) rappresenta un azzardo che gioca sulla salute dei cittadini pur se avallato dal Ministero della Salute. Chi ci assicura che, per una serie di circostanze, non debbano venire modificati i valori limiti per esempio del cianuro, del piombo o del mercurio (ebbene sì, la legislazione italiana prevede che una minima quantità di questi veleni sia presente nelle nostre acque). In questo caso che reazione avremmo? Ci limiteremmo ad una alzata di spalle come al solito? Tra le altre cose (e me ne rammarico) nell’ordinanza viene evidenziata questa frase: “… VIETA … l’utilizzo per fini alimentari della ridetta acqua in deroga a tutti i soggetti a rischio, inclusi i bambini <3 anni e i soggetti > 65 anni, nonché alle imprese alimentari che utilizzano l’acqua per le proprie produzioni.” E le donne in gravidanza??? Dimenticanza? Rientrano nelle categorie a rischio? Ma allora perché assieme ai bambini ed agli anziani non si sono citate esplicitamente le donne in gravidanza? E poi, chi sono i soggetti a rischio? Da domani tutti dal medico di famiglia per scoprire se si è soggetti a rischio? Ed ancora, visto l’allarme sociale che tale ordinanza avrebbe sicuramente suscitato perché non accompagnarle con dei chiarimenti su domande del tipo: per le persone > 3 anni e < 65 anni l’acqua può essere ingerita senza ulteriori precauzioni? si può utilizzare l’acqua per cucinare gli alimenti? I bambini > 3 anni possono utilizzare l’acqua in deroga per lavare i denti se utilizzano anche un dentifricio al fluoro? Insomma una serie di interrogativi che sorgono in maniera naturale in chi si vede costretto ad utilizzare una “acqua in deroga”. Tenete presente che la fluorizzazione delle acque è proibita in Belgio, Danimarca, Olanda e Francia che pure fanno parte della UE. A tal proposito, per una informazione più completa, inviterei a leggere attentamente questo articolo oppure questo o questo (tanto per non dire: “non lo sapevamo”) qualcuno un po’ datato, ma sempre valido. In uno di questi articoli si evidenziano tra l’altro: - Rischi al cervello. 1 ppm, ossia una parte per milione di fluoro può produrre nei bambini deficienze di apprendimento e difficoltà di concentrazione. Ricordiamo che nei dentifrici di uso comune c’è una quantità di circa 1500 ppm. - Rischi per la ghiandola tiroidea. Il fluoro agisce come smembratore endocrino, sempre secondo NRC 0.01 – 0.03 mg di fluoro per Kg al giorno possono ridurre le funzioni della tiroide in soggetti con basso tasso di iodio, questa riduzione può portare ad un calo dell’acutezza mentale, depressione e aumento di peso corporeo. Un altro studio scientifico americano ha concluso che il fluoro può alterare sottilmente la funzione endocrina, specialmente nella tiroide – la ghiandola che produce gli ormoni che regolano la crescita e il metabolismo. Si sottolinea in una nota inoltre che “una serie di studi epidemiologici in Cina, hanno associato l’esposizione al fluoro con un basso quoziente intellettivo”. - Rischio per le ossa. Il fluoro riduce la resistenza delle ossa ed espone a fratture, per ora non ci sono dati sul quantitativo di fluoro oltre il quale aumentano i rischi per le ossa, l’unico dato disponibile parla di 1.5 ppm. - Rischio di cancro alle ossa. Studi su animali ed umani, inclusi gli ultimi studi dell’università di Harvard hanno stabilito con certezza il collegamento tra fluoro e osteosarcoma (cancro delle ossa) in uomini al di sotto di 20 anni. A questo proposito è disponibile una dettagliata relazione redatta dal National Toxicology Program che ha seguito gli adolescenti monitorati, va detto che purtroppo più della meta di questi soggetti sono deceduti dopo alcuni anni dalla diagnosi dell’osteosarcoma. - Rischi per pazienti sofferenti ai reni. Pazienti sofferenti di patologie che coinvolgono i reni hanno manifestato un’alta sensibilità alla tossicità del fluoro, questa sensibilità è dovuta all’incapacità di questi soggetti ad eliminare dal corpo il fluoro assunto. Come risultato si ha una elevata presenza di fluoro nelle ossa ed un aggravamento o insorgenza di un disturbo conosciuto col nome di osteodistrofia renale. Chiaramente il periodo di ridotto aumento dei parametri di concentrazione di fluoruro nella nostra acqua (30 giorni) potrebbe indurci ad una relativa tranquillità, ma dall’alto della mia ignoranza si fa spazio una osservazione: ogni volta che un medico fa una prescrizione, la cura, a meno di casi particolari, non supera le due settimane. Qui ci troviamo ad essere esposti a questa “cura” per 30 giorni. Cosa succederà se la crisi idrica dovesse protrarsi e di conseguenza anche la captazione da “ulteriori pozzi integrativi” dovesse essere procrastinata? Assisteremo ad una deroga della deroga? Immagino sia più facile agire per deroghe anziché mettere mano a “picu e pala” tanto chi se ne fotte… al limite si compra l’acqua minerale. P.S. Potremmo gentilmente sapere dove e quali sono i pozzi integrativi che la SORICAL intende sfruttare? Grazie. |
PUBBLICATO 17/08/2017 | © Riproduzione Riservata
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