Jessi Jessi ch’eamu patuti
Franco Bifano
“Jessi Jessi ch’eamu patuti”, ripensando alla prima fase della campagna elettorale penso che per raccontarne certi momenti questo sarebbe stato il titolo perfetto.
Riflettevo proprio su questo, mentre ieri mi dirigevo verso Padia, fermandomi ogni tanto a guardare la nostra città da una posizione privilegiata in una gradevole serata che profumava d’estate. Purtroppo, questo titolo i ragazzi della scuola elementare del quartiere me lo hanno “soffiato” usandolo per un loro divertentissimo spettacolo, realizzato nella piazzetta alle spalle della chiesa di Santa Maria Maggiore. Chissà perché mi veniva da sorridere, guardando l’invito per la serata. Forse perché immaginavo di trovare i ragazzi impegnati a fare quello che un tempo avrebbero fatto i loro nonni quando all’improvviso capitava un problema serio. Già li vedevo passeggiare nervosamente su e giù per i vicoli andando di in porta in porta e ripetendo “jessi jessi ch’emi patuti!!” A questi ragazzi l’hanno combinata grossa. Il 3 novembre dello scorso anno,infatti, con una decisione improvvisa quanto inattesa, la loro scuola è stata chiusa. Nel loro spettacolo, la scuola viene colpita da una “magaria”, un sortilegio. Nella realtà è stato un atto dell’ex Sindaco. Sulla chiusura della scuola e più in generale sul centro storico ho già scritto (clicca qui). Ancora oggi, attraversando questi vicoli non è difficile immaginare di vedere persone in quelle tante case disabitate. Con un pò di fantasia si possono sentire i loro passi e ascoltarne le voci. Questi luoghi ancora parlano e raccontano a chi sa ascoltare. Ma ritorniamo ai ragazzi, i quali almeno per una sera sono tornati a riappropriarsi del loro quartiere e virtualmente della loro scuola. L’hanno fatto insieme alle tante persone che sono venute a vedere uno spettacolo davvero divertente. Un mosaico fatto di canzoni – parafrasate per l’occasione in “salsa” acrese – sketch e recite di poesie rigorosamente dialettali. Con incredibile disinvoltura hanno ballato, cantato e recitato. Utilizzando divertenti testi dialettali hanno raccontato la crisi economica, lo spopolamento della città e la mancanza di lavoro. Davvero brave sono state le maestra, in particolare chi ha messo insieme il copione con creatività ed intelligenza. La serata è stata anche l’occasione per presentare i nuovi piccoli amici che si sono iscritti alla prima classe. Al termine, i ragazzi hanno invitato a salire sul palco Don Gianpiero Fiore che è stato brillante nel suo intervento, come di consueto. Subito dopo, però, hanno chiamato anche me. E’ stato proprio in quel preciso momento, quando a sorpresa mi hanno invitato a salire sul palco, che ho pensato tra me: “jessi jessi cheiu pautu!!! |
PUBBLICATO 17/06/2017 | © Riproduzione Riservata
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